domenica 19 settembre 2010

the end


Salutata la mia casetta tra i monti, salutato il lago, Nikifor, i colleghi. Salutata Podgorica, gli amici con una festa sabato sera e poi un caffè e torta, sfatti stamattina, a dire cavolate e non capirsi per il troppo sonno e per tutto il resto. Salutato Miles, all'aeroporto, con gli occhi un po' lucidi. Tanti abbracci. A dirsi che non sono addii ma solo arrivederci, a volerci credere un po'.

Dieci mesi, volati via. Niente Amarcord, che lo potrei scrivere un post strappalacrime, ma davvero non mi sembra il caso. Che me lo ricordo l'inverno che non voleva finire, la corrente elettrica che se ne andava, il tramonto alle 3 e mezza di pomeriggio,le strade gelate, il non aver nulla da fare. Ma ricordo anche i week end sulla neve, l'esplosione di colori della primavera, le giornate al mare, le corse in montagna, le marmellate fatte in casa, le cene da Zvono, le serate a Podgorica e quelle passate a giocare a dadi..

E poi tutte le persone conosciute in questi mesi, che sono sicuramente il valore aggiunto di questa esperienza. Alcune vissute meno di quanto avrei voluto, un po' per lontananza geografica, un po' per altro.

Dieci mesi, è andata anche questa. Tanti "più", tanti più dei "meno". Contento di averlo fatto questo servizio civile, sereno che sia finito. Si volta pagina, la prossima è bianca e tutta da scrivere.

mercoledì 15 settembre 2010

frammenti da caprera



Mi guardo i polpastrelli e sono ancora bruciati dalle scotte.. quindi mi viene un po' di nostalgia della barca e posto un paio di foto, inviatemi da Cello. A breve le riflessioni di chiusura di quest'anno nella terra dei monti e dei canyon..

martedì 7 settembre 2010

risalendo il vento di bolina


Le vacanze. Ognuno ha il suo modo di viverle. C’è chi apprezza il relax, chi i posti esotici, chi preferisce le città d’arte del nord Europa alle spiagge affollate d’agosto. Le mie di solito sono vacanze faticose (mia sorella fa notare: “non facendo un cazzo tutto l’anno..”), in bici, in interrail.. Quest’anno..


Prima settimana: casa mia casa mia per piccina che tu sia..

Per come sto ora niente come una settimana a casa poteva rinfrancarmi lo spirito. Tutti i giorni in piscina ed a correre, pranzi coi parenti, serate con gli amici..un po’ di calcio estivo in tv, le cuginette piccole, le spedizioni per comprare una bici, una serata di ping pong e pizza, chiacchiere al caffè della Feltrinelli, una granita sul Naviglio, coi pattini sulla ciclabile, a pranzo a Poliedra, i giri per comprare il materiale per la vela. Sette giorni sono volati e non mi sarei fermato da questo ritorno alla mia socialità.


Seconda settimana: sentendosi Paul Cayard

Sabato mattina la partenza per Caprera, aereo alle ore 6.50 da Malpensa con conseguente sveglia alle 4.30 (preceduta da chiacchiere durate fino alle 2). La prima sveglia a Caprera, la domenica, alla 6.30 è stata seguita da un “machimmelohafattofare”. La giornata tipo: colazione alle 7, lezione teorica dalle 8 alle 9.30, alle 10 in barca fino alle 18, alle 20 tutti a tavola e alle 21 lezione. Più una giornata di “comandata” ossia di completa assenza di tempo libero per aiutare l'AT (Assistente Terra) in cucina (io me ne sono fatte due, volontario per la seconda). Un campo di lavoro, potrebbe sembrare. Un’esperienza magica, difficile da spiegare, per chi c’è stato. E sono dieci giorni che continuo a sognare d’essere in barca a vela.


Ora sono nuovamente in Montenegro. Ancora 3 settimane ed il mio Servizio potrà dirsi concluso. Poi, chissà.


ps non faccio nomi in questo post, sarebbero troppi..

mercoledì 25 agosto 2010

I figli so' pezzi 'e core!


Robi: Ciao mamma, ciao papà! Saliamo in macchina ed andiamo a casa.
Ruggero: Non c'è spazio..

Queste le prime frasi scambiate coi miei, appena giunti a Pluzine. Ora: è vero che arrivavano da tre settimane in giro per il sud Italia ma è anche vero che la macchina in questione è un Ulisse, non una Smart. Ma sui posti dei passeggeri erano accatastate:
  • 1 cassetta di pesche
  • 1 cassetta d'uva
  • 1 cassetta di fichi (marci per la traversata in traghetto)
  • 5 peperoni
  • 5 melanzane
  • 4 kg di pomodorini
  • 1 sacchettone di basilico fresco
  • 6 pacchi di biscotti
  • 5 kg di formaggio
  • 2 sopressate
Prima di partire mia madre mi aveva chiesto: cosa vuoi che ti portiamo dall'Italia? Data la difficoltà nel reperirla a Pluzine avevo azzardato: mah, un'insalata.. Come da un'insalata sia arrivati a poter mettere un banco di prodotti tipici pugliesi è una cosa che non so spiegare. Mio padre ha languidamente abbozzato: ci siamo fermati ad un mercato.. Tenuto conto che 1.5 è il numero di giorni che prevedevano di rimanere a Pluzine abbiamo mangiato melanzane e peperoni a pranzo, cena, pranzo e ce li siamo pure messi nei panini per il viaggio. Ma del viaggio di ritorno Pluzine-Sarajevo-Plitvice-Milano parlerò nel prossimo post.

sabato 21 agosto 2010

dalla parte del toro


Chissà quanti di questi andranno a vedere ancora le corride: cliccare QUI

martedì 10 agosto 2010

quanto fa bene lo sport



Venerdì, nuotata, 20 minuti, al lago. Primo giro, avanti ed indietro, tutto ok. Facciamo altre due bracciate, mi dico, mi riallontano dalla riva, quando decido che può bastare viro e con calma me la nuoto. Sole al tramonto, acqua a una temperatura normale. E qui avviene l'imprevedibile: inizio a sentire un malessere diffuso, tiro fuori la testa dall'acqua, boccheggio, inizio a veder nero. Mi sbraccio ma non c'è nessuno. Attimi di panico. A 20 metri c'è un gommone. Mi ci lancio con tutte le energie, mi attacco al cordame e mi tiro su. Ansimo. Da li, dopo qualche minuto, raggiungo la riva, ringraziando i lari e i penati.

Sabato, giro in bici. 4o km di sali e scendi, circuito noto. Guadagno la vetta, a 1.400 m ed inizio la discesa su uno sterrato divertente, a tratti ostico. In un punto tranquillo butto un occhio alle chiavi appese ai pantaloni, per verificare che siano ancora li. Ci sono. Rialzo lo sguardo.. e sono per terra. Risultato: mano destra come un cotechino e domenica passata col ghiaccio a guardar film.

Stiamo tranquilli per un po', va..

giovedì 29 luglio 2010

senza un programma dimmi come ci si sente


Un po' che non aggiorno. Sono in fase di planning. Primo risultato raggiunto, pianificazione ferie (o permessi, come si chiamano per il servizio civile):
  • 21 agosto: ritorno a Milano con genitori e sorella, per una settimana di relax a casa, tra amici, parenti e piscina.
  • 28 agosto: partenza per Caprera per il corso di vela con Cello, fino al 4 settembre.
  • 5 settembre: Olbia-Bari-Bar-Pluzine per gli ultimi 15 giorni di servizio civile.
Sono molto soddisfatto, decisamente, e non vedo l'ora!

giovedì 15 luglio 2010

in bici tra i monti


Lunedì-martedì-mercoledì mi sono sparato una tre giorni in mountain bike. Dato che questo fetente blog è il primo risultato di google per la query "bici montenegro" dovrei impegnarmi e metter giù una minuziosa descrizione del viaggio, che possa essere utile al bikenauta, con consigli, altimetrie e quant’altro. Dato che fa un caldo dell'ostia (mare) e non ho voglia manco per niente, metto in fila qualche pensiero sparso (e scarso).


Plužine-Nikšić, primo giorno (55 km, 1000 m di ascesa), partenza intelligente alle 14.30, salita sotto il sole e discesa sotto un diluvio torrenziale. Teresa, di cui ero ospite, m’ha rifocillato con una cena da Gambero Grosso, comprensiva di zuppa di fagioli, pollo, gatò di patate e torta alla frutta.


Nikšić-Šavnik, secondo giorno (50 km, 1200 m di ascesa), poco da raccontare a parte bellissimi paesaggi, la depressione, fisica ed emotiva, di Šavnik, paese in mezzo al niente e con niente da offrire. I 17 € di accomodation (effettivamente comoda), un libro, “le parole non le portano le cicogne”, letto in un pomeriggio.


Šavnik-Plužine, terzo giorno (55 km 1000 m di ascesa), perso ed arso, senz’acqua, in mezzo a montagne desolate, col sole del primo pomeriggio a farmi compagnia e nuvoloni in lontananza. Un paio d’ore di ansia poi la discesa liberatoria fino a casa. Al termine della quale, la discesa, incontro due autostoppisti diretti a Žabljak, un bulgaro e un olandese, e li invito a passare la notte da me. Chiacchiere, birra, racconti di viaggio. L’olandese si fa 2 mesi on the road, il bulgaro 1 anno, direzione est-est, Cina. Robe turche.


Riflessione conclusiva: perdersi è bello, se poi lo puoi raccontare a qualcuno.

domenica 11 luglio 2010

notti di Champions a Podgorica


Mercoledì girandola di emozioni. Dopo l'esame di montenegrino (concluso senza errori e con certificato di livello A2, NdR), tutti allo "Stadion Pod Goricom" per i preliminari di Champions Leugue. In campo la "Società Polisportiva Tre Fiori", campione di San Marino e la "Rudar" di Pljievlja, detentrice del titolo Montenegrino. Dopo aver raggiunto in maniera rocambolesca il pareggio dell'1-1, i dilettanti del Tre Fiori hanno dovuto soccombere alle sassate del Rudar. E' finita 4-1, ma il risultato poteva essere decisamente più inclemente per gli ospiti, sostenuti comunque fino all'ultimo dalla decina di italiani sugli spalti (Teresa, Adamo, Marco, Emanuela ed io più la dirigenza del Tre Fiori). Notti di gran calcio a Podgorica!

ps QUI gli highlights di San Marino TV.. diciamo che dal vivo il Tre Fiori non è sembrato quasi mai "in partita"..

lunedì 5 luglio 2010

un we in bici, parte seconda


Secondo giorno: Žabljak – Nedajno – Plužine

Il sole mi butta già dal letto alle 6.30, mi preparo veloce ed alle 7.30 sono già on the road. La gamba è dura per le ascese del giorno addietro, so che le indicazioni per la via del ritorno non sono molto chiare, ma ho chiesto più volte e, sicuro del fatto mio, vado. E sbaglio strada. Allungando di 5 km (in discesa e poi in salita). Rimessomi sulla retta, per modo di dire, via, inizio l’ascesa verso il Mala Crna Gora, 1.950 mslm. Le mosche si giocano il titolo di fastidio della giornata con le facce divertite degli automobilisti a cui chiedo conferma della direzione. Dopo il Mala Crna Gora inizia uno sterrato in discesa che mi porta su un laghetto meraviglioso, a 1.200 mslm, incastonato nel Canyon Sušica dove mi fermo a mangiare un panino. Spingo la bici per 2 o 3 km su una pietraia impedalabile, risalgo fino a 1.600 mslm ed arrivo a Nedajno. Qui è la fine delle mie fatiche, raggiunta Trsa, dove da lontano un contadino e un barista mi indicano la strada per Plužine, sapendo, non so come, che è li che devo andare.Tutta discesa, o quasi, fino a casa.


Riflessioni, su cose già note.

La fatica della salita, la gioia della discesa. Quanto è noiosa la pianura.

Niente come la bici fa pensare e riflettere. E ne ho proprio bisogno.

Ad andare in bici si ottiene una triste abbronzatura da ciclista.

QUI le specifiche

un we in bici, parte prima


Primo giorno: Plužine – Sedlo – Žabljak

Mi sveglio sabato mattina con la voglia di zingarare e il bisogno di pensare. Impacchetto quindi pochi stracci, li sistemo alla belle meglio sul portapacchi della mia Merida e parto alla volta di Trsa. I noti primi 700 m di dislivello riscaldano la gamba del passista che accarezza l’idea di raggiungere Žabljak. Faccio sosta al baretto di Trsa in compagnia di due copie di veneziani ultrasessantenni che mi offrono un caffè, dopo aver fornito loro le indicazioni su come arrivare al canyon del Tara. Saputo che lavoro nel campo del turismo si raccomandano di segnalare che al porto di Zelenika il molo mal progettato ha rovinato la loro barca e che la cosa è di certo un deterrente per i turisti di tutt’Europa. Me la canto che vorrei andare a Žabljak, si congratulano, a quel punto non posso tirarmi indietro. Salutati, mi inoltro nel parco del Durmitor. Avendo percorso la stessa strada qualche giorno fa in compagnia della Simo (ma in auto) so di che morte morire. Si sale, senza soluzione di continuità. Prima scorgo il meraviglioso Prutaš, poi il maestoso Sedlo. Qui finisce l’agonia, a 1.907 mslm, ed inizia la discesa liberatoria fino a Žabljak. Alloggio al Kamp kod Boće, 6 €, camera tutta per me. Guardo Argentina-Germania in un fumoso locale giù in paese e la sera Paraguay-Spagna in compagnia della Sciura del Kamp che mi prende in simpatia e mi offre rakjia, caffè e frutta e mi racconta della sua vita, tutto in serbo, ça va sans dire. A nanna presto che la mattina dopo c’ho da faticare.

lunedì 28 giugno 2010

climbing


Un sabato da ricordare. La mattina presto passeggiata e giocoleria sulla Gorica di Podgorica (una versione bella della Montagnetta di San Siro). Alle 10.30 partenza per il fiume Morača per la prima uscita di arrampicata su roccia con le acque smeraldo del rio a far da meraviglioso contorno sotto di noi. Dopo un pranzo a base di fichi e biscotti rotta verso il Monastero Morača, uno dei più belli del Montenegro. Una rapida visita a Kolašin, rinomata località sciistica del Montenegro, e poi di corsa di ritorno a Podgorica per una conferenza stampa del nostro Claudio Magris in visita Balcanica. Che dire, ci sono giornate per cui vale davvero la pena di alzarsi dal letto!

giovedì 24 giugno 2010

il cacciatore e la bambina


Ieri ero in giro per sentieri con dei tour operator belgi ed olandesi ed abbiamo incontrato un vecchio cacciatore. Volevo salutarlo apostrofandolo con allegria ma anzichè "Zdravo, stari LOVAC" ossia "salve, vecchio cacciatore" ho detto "Zdravo, stari LONAC" cioè "salve vecchia pentola". Per fortuna ne ho incontrato uno con il senso dell'umorismo e questi s'è fatto una risata, m'ha corretto e se n'è andato per la sua strada, mano per mano con la sua figlioletta.

lunedì 21 giugno 2010

fa caldo, vado al mare in taxi


Il titolo non è una battuta ma è la cartina tornasole di quanto sia dura la vita dell'espatriato in Montenegro. Per andare al mare, dato che in autobus si suda, perché non andare in taxi? 50 km, 25 €, chessaramai. Chi lo sostiene di anni non ne ha 97 anni ma una trentina e non soffre di disfunzioni dell'apparato locomotore (tuttalpiù di quello celebrale).

Credo che per punire tanta protervia da lassù abbiano deciso di scatenare una perturbazione stile Genesi che ha rovinato il primo evento in bicicletta da noi organizzato sabato e fatto saltare la corrente per buona parte della mattinata odierna. Sabato s'è ad ogni modo mangiato e bevuto, fatto 5 "terribili" chilometri di sterrato (che hanno messo a dura prova la tenuta psicofisica dei meno allenati) ed assistito alla preparazione del formaggio sul cui livello di igiene stenderei un velo pietoso e magari assorbente e disinfettante.

Detto ciò vado a casa che voglio finire di vedere l'Armata Brancaleone che, tra sonno e problemi elettrici, me lo sto guardando a tappe. Oh, gioveni! Quando vi dico "sequitemi miei pugnaci", dovete sequire et pugnare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche. Mitico.

martedì 15 giugno 2010

le solite cose


Giovedì ero in giro in bici per controllare alcuni sentieri, tra le campagne tra Crkvičko Polje, Babici e Trsa. Ovviamente mi sono perso. Ho chiesto informazioni ed ovviamente la signora in mezzo ai monti mi ha invitato a prendere un caffè. Memore delle accuse dell’Elena riguardo la mia presunta scrocconeria, ho cercato di declinare riconducendo la mia fretta al sole al tramonto. Ma poiché la sciura non s’è lasciata intenerire, ho capitolato e mi sono fatto rifocillare con le solite messi di libagioni. Più avanti ho chiesto indicazioni a due scugnizzi locali i quali mi hanno scortato per un paio di chilometri con la loro motoretta a due cilindri, contenti di dare una mano allo straniero.

Venerdì concerto di pianoforte e sax a Kotor, organizzato da Teresa, la nostra profesorica di montenegrino. Il giorno dopo, ci siamo spiaggiati in una caletta meravigliosa, con baretto ed acqua cristallina ed annesse nuotate.

Lunedì sera, infine, partita dell’Italia vista a Nikšić, ospiti a casa di Teresa che, oltre a parlare perfettamente l’ostico idioma, non tradisce lo stereotipo della meridionale cuoca provetta. Fino al pareggio era sentire comune che la serata fosse positiva a prescindere dall’eventuale sconfitta dell’Italia. Dopo aver schivato un riccio sulla strada del ritorno tra Nikšić e Plužine, Miles ed io ci siamo fermati per cercare di mettere in salvo l'incauta bestiola. Alzati gli occhi al cielo ci siamo resi conto dello splendore scintillante della volta celeste. Alla prima stella cadente ci siamo rimessi in macchina, verso casa.

lunedì 7 giugno 2010

backgammon


Sabato ho disposto una quindicina di tappi di cocacola nel campo da pallacanestro di Plužine. Inforcati i roller ho iniziato a fare i due o tre trick che ho imparato prima di partire per il Montenegro. I bambini impegnati a giocare a pallone, basket e a tennis in un campo improvvisato, mi hanno osservato con rispetto attendendo una caduta che, ahiloro, non è arrivata. Poi Nikola, il mio primo insegnante di serbo, li con il figlioletto, mi ha sfidato a basket, agli undici. Premesso Nikola è in sovrappeso e fuma come se non ci fosse un domani, la sconfitta 11-6 può rendere l’idea di quanto io sia scarso al gioco della palla dentro il cestino. Il pomeriggio una breve corsetta.

La domenica, partendo ad un orario tutto sommato decente, ci siamo spiaggiati a Petrovac. Una nuotata nell’acqua ancora a temperatura “fiordo norvegese”, una partita “agli undici” o “alla tedesca” scalzi sull’asfalto con pallone di cuoio gonfiato a 4 atmosfere, l’apprendimento dell’arcana arte del Backgammon, un’insolazione che ha reso le spalle e le gambe dei presenti facilmente visibili in notti senza luna, sono il filo conduttore di una giornata di sano sciallo e relax.

mercoledì 2 giugno 2010

un fine settimana in Italia


Venerdì: colazione a Bari con caffè e brioche e visita al castello svevo. Poi in treno fino a Milano, cena con la Simo sotto una tenda berbera coi piedi nella sabbia.

Sabato: colazione con la Marta, una chiacchierata al parco Lambro col Fè, pranzo dai miei, il saggio di danza di mia cugina Bianca, anni 3, bagno turco e poi teatro a vedere "Coppia aperta, quasi spalancata".

Domenica: pranzo dai miei, giro in bici sul naviglio, aperitivo coi cugini, serata con gli amici. Ritorno a Milano di notte, in bici sul naviglio, incontrando lucciole e conigli ed un airone che si alza in volo dinanzi e ricambia il mio sguardo, sorpreso, posandosi a pochi metri da me.

Lunedì di nuovo sul treno per Bari, chiacchierando e chiacchierando con una quarantenne in cassa integrazione che va a Foggia a trovare la famiglia e con un giovane della scuola per sottoufficiali di marina di Taranto.

Un po' di normalità, suvvia, che ogni tanto ci vuole.

lunedì 24 maggio 2010

se impari la strada a memoria..

D: Dobar dan, kako ste? Hoču da idem u Plužinama (Buon giorno, come va? Devo andare a Plužine)
R: Zdravo. Nema put. (Salve. Non c’è la strada)
D: Kako nema put? (come non c’è?)
R: Ništa. Želite kafu? (Non c’è. Volete un caffè?)


E così mi sono trovato invitato da una simpatica bakina (nonna) a chiacchierare con figlio, nuora, figlia e nipotini, Ivana, Nikoleta, Ivan e Costa (4, 3, 2 e 1 anno), cercando di mettere assieme frasi stentate facendo finta di capire. (Il fatto che io sappia esprimere quattro concetti base non fa di me un serbo-parlante ma questo non importa all’allegra famiglia montenegrina, entusiasta dell’ospite, per di più straniero). La kafa è diventata limonata, prosciutto, bresaola (tutto home made, rigorosamente), caffè e biscotti. Il pranzo fuori programma è stato più che benvenuto, data l’ascesa fatta; quando si è arrivati alla birra e alla rakija ho declinato e, girata e la bici, ho ripreso la strada di casa.


Appena varcata la soglia, dopo 50 km e un migliaio di metri di ascesa, ho ricevuto un invito che non si poteva rifiutare. Mangiato al volo, senza farmi la doccia, sono uscito a caccia di serpenti e lucertole con Miles, appassionato erpetologo ed entomologo. Lo score finale parla di uno smooth snake e due grass snake (a detta di Miles) per me e di quattro lucertoloni per Miles (uno s'è prestato per una foto). Nonché uno scorpione e numerosi scarabei, oltre a formiche giganti, centopiedi e ragni vari.


Perdersi in bici ed andar a caccia di rettili. Into the wild!

sabato 15 maggio 2010

inaugurazioni


Ieri inaugurato il nuovo destriero, con un giretto di una quarantina di chilometri. A parte essere partito senz’acqua a pomeriggio inoltrato (due errori da dilettante), avevo commesso la puerile svista di sottovalutare le stradicciole del Montenegro: pendenze assassine, infido ghiaiume e continui saliscendi hanno reso quella che credevo una facile sgambata un lento stillicidio.


Perdersi ha poi dato un tocco di avventura al tutto. Il primo incontro è stato con una vecchina di 120 cm ed altrettanti anni, con più rughe che capelli, che, bussato alla sua porta e verificato che il mio serbo non andava oltre al “qual è la strada per Goransko”, mi ha cacciato in malo modo. Ho riprovato a chiedere indicazioni qualche chilometro più avanti, richiamando l’attenzione di una maglietta rossa intravista nel folto del bosco. Occhei non essere diffidenti ma se dal suddetto bosco salta fuori un boscaiolo di un metro e novanta con un martello in una mano e un’ascia in un’altra, almeno per un istante, il pensiero di essere alla fine della pista credo baleni anche nell’animo più saldo. Dato che sono qui che scrivo è evidente che non solo mi ha indicato la strada ma ha anche evitato di colpirmi con il martello e finirmi con l’ascia e di questo gliene sono grato, sinceramente. Numerose mucche sulla strada, infine, sono state spaventate dal mio incedere ansimante e un vitello ha accennato una velleitaria carica.


Al culmine della salita, a 1.500 mslm, ho potuto ammirare il massiccio del Durmitor stagliarsi in pieno sole con graffi di neve a seguirne la strana conformazione. Poi la tanto agognata discesa con il primo imbrunire a rendere l’aria fresca e i pensieri leggeri.

(in foto: sul Durmitor, con la sorellina, a passeggio)

sabato 8 maggio 2010

Non è la meta ma il viaggio..


Viaggiamo sostenibile. Salerno-Plužine. 2 viaggiatori, 2 zaini, 1 trolley, 1 bici smontata al seguito. 29 ore, 6 cambi, 3 mezzi di trasporto. La malsana idea di comprare la bici a Salerno. Portarla a spalla per 3 km, da casa della nonna alla fermata dell’autobus. Sbagliare fermata e raggiungere di corsa, in preda al panico, quella giusta facendo slalom tra le macchine. In breve il resoconto..


  • Salerno casa-Salerno fermata autobus: a piedi, 50 minuti;
  • Salerno-Taranto: autobus, 6 ore sostando in tutti i paesini, Battipaglia, Eboli, Metaponto.. per tirar su vecchietti sdentati e studenti chiacchierando con una coppia di canadesi in pensione in giro per l’Europa;
  • Taranto-Bari: treno, 1 oretta tranquilli;
  • Bari stazione-Bari porto: a piedi, 30 minuti;
  • Bari-Bar: traghetto, traversata senza grandi problemi, tanta nanna;
  • Bar porto-Bar stazione: in taxi, 5 €, che signori
  • Bar-Podgorica: autobus, 1 oretta, la sorellina fa la prima conoscenza con la musica balcanica;
  • Podgorica-Nikšić: autobus, 1 ora. Pranzo a Nikšić a base di Cevapic (salsicce).
  • Nikšić-Plužine: autobus con alto rischio vomito per la sorellina: mezza porzione di cevapic è bastata per generare nausea e le curve per salire a Plužine non hanno aiutato.


Arrivati a Plužine, desiderosi soltanto di riposo, siamo stati coinvolti in due Slava (cfr. QUI), di cui una a 50 km da Plužine, durante le quali s’è mangiato e bevuto, ininterrottamente, dalle 4 di pomeriggio alle 10 e mezza di sera.. almeno ho imparato a dire “ja sam pun, ne mogu više” (sono pieno, non ne voglio più)!

mercoledì 14 aprile 2010

è una questione di sportività


Questo post dovrebbe essere pubblicato QUI, il caro blog del tonicteam.. nel frattempo, chi ha voglia se lo legga qui (il fatto che QUI e qui si dicano allo stesso modo complica terribilmente le cose)


"Attendo che cuocia l’ottima zuppa di verza e patate. Qualcuno (quantifichiamo: 2? 3?) si potrebbe esser chiesto che ne è stato delle imprese agonistiche di Robbie. Da novembre 2009 il sottoscritto ha trasferito il suo domicilio nella ridente Plužine, nel nord del Montenegro (si, è anche uno stato, non solo l’amaro delle avventure coi vasi). Qui la penuria di campi sportivi ha costretto il nostro a cimentarsi in alcune discipline alternative. Del carico della legna potete leggere QUI, ma questa ha rappresentato un’esperienza che, fortunatamente, non ha avuto seguito.


Nel corso di una normale settimana, invece, l’attività agonistica è felicemente e casualmente divisa tra la piccola palestra del centro culturale del comune sopracitato e la corsa in montagna.


Nel primo caso, dopo un riscaldamento sulla cyclette che mi sembra sempre d’essere un vecchio in pensione, tra l’altro sono l’unico che la usa perché il montenegrino a) non si riscalda b) se ne frega della definizione e pensa solo a diventare enorme, più pancia c’è meglio è, mi cimento nei soliti attrezzi che deliziano la vita dell’atleta in palestra. Panca, trazioni, addominali, essenzialmente, accompagnati da tutti quegli esercizi per tricipiti-bicipiti-deltoidi di cui ignoro il nome. Non c’è nulla per aumentare la grossezza dei quadricipiti e quindi vado di mezzi squat monoarto e tanti saluti.


Nel secondo caso, superati gli sguardi non molto convinti degli autoctoni (si, vado a correre, sono cinquemesicinque cha vado a correre, perché vi stupite ancora?), mi inerpico per il sentiero in mezzo al bosco appena fuori il paese. Qui pendenze assassine fanno schizzare i battiti a 180 e costringono lo sky runner in erba a rompere ogni tanto il passo per prendere fiato. Dopo 20 minuti di ascesa ininterrotta di arriva a quota 1.050 mslm, col fiato corto e il lago che placido si distende 350 metri più in basso. Inizia la discesa, poi si risale e, tanto per farla breve, dopo 600 m di dislivello e un’ora di caracollamenti me ne torno a casa, stanco e soddisfatto.


Con la primavera la mountain bike si aggiungerà alle attività post-lavorative del nostro, da luglio il nuoto nel lago e magari la canoa. E questo è quanto. Mo’ vado a mangiare la che la zuppa sarà pronta."


in foto: io sui pattini che faccio finta di saperci andare


martedì 6 aprile 2010

una pasqua un po' inusuale


Nikifor: “Io mi sveglio alle 4, per prepararmi”. Ci guardiamo sorridendo Simo ed io e pensiamo “che sfigato, 3 ore per prepararsi”. “La messa è alle 5”. Smettiamo di sorridere. Non credo d’essermi svegliato molte volte prima delle 5, di certo non per una messa. “Durerà un’ora e mezza” dice, e laconici ce ne andiamo a nanna. Siamo al Monastero di Piva apposta per seguire l’evento clou della fede ortodossa, la messa di pasqua. Interesse etnologico, ovviamente. Sveglia alle 4.50 per noi, DUEOREEMMEZZA di messa cantata in serbo, un freddo becco combattuto saltellando da un piede all’altro, tutto a lume di candela. Al termine del lento stillicidio, alle 8, la tavola imbandita con agnello, salumi ed il formaggio più buono ch’io abbia mangiato fuori dai confini campani.


Il post messa, per riprendermi un po’ da “kyrie eleison” e “hristos voskrese” è stato all’insegna dello sport. Prima di pranzo ho ri-infilato i pattini, dopo mesi di inattività, suscitando l’ilarità degli autoctoni con una caduta coreografica nella piazza principale di Plužine, unico pezzo di asfalto più o meno in piano della municipalità. Dopo pranzo corsa in montagna, da 750 mslm a 1030, poi altri due giri da 870 a 1030. In tutto circa 600 m di ascesa, tra boschi silenziosi con il lago a fare da sfondo.


Un film ed a nanna presto e si conclude una pasqua un po’ inusuale, la prima passata lontano da casa.

giovedì 25 marzo 2010

si, ma che fai?


Oggi mi sono reso conto di non aver ancora fornito un’esauriente risposta al “si ma che cacchio stai facendo in Montenegro?”. Oltre a sciare, a cenare con l’abate, a guardare un sacco di film ed ad impantanarmi con la Lada svolgo, tra le 9 e le 17, alcune mansioni che potremmo definire lavorative. Vediamole di seguito elencate:

  • redazione dei report mensili delle attività di progetto (in italiano);
  • redazione dello stato di avanzamento per il primo anno di progetto (in italiano);
  • progettazione e realizzazione della presentazione per il primo seminario di Educazione Ambientale rivolto alle scuole (in inglese);
  • progettazione degli eventi di partecipazione (orienteering, spettacoli teatrali, spiegazione di obiettivi e risultati attesi del progetto, et similia, in inglese);
  • preparazione dei questionari di soddisfazione/di efficacia relativamente agli eventi/ai corsi di formazione (in inglese), raccolta dati ed elaborazione dei report (in italiano)
  • corso di formazione del personale locale relativamente ad Excel e Word (magari anche Power Point, mo’ vediamo, in inglese);
  • gestione dei contatti con negozi sportivi dell’area per la fornitura del materiale sportivo necessario (non a me, al progetto, in inglese);
  • collocazione cartelli per i sentieri (in foto).

Poiché pare io sia riuscito a far credere d’esserne capace, dal mese prossimo, ma non ditelo in giro che non è ufficiale, verrò coinvolto nella redazione di progetti su tematiche ambientali.

Niente missili sulla luna, insomma, anche perché non saprei mandarceli, ma qualcosa davanti al pc la fò!

lunedì 22 marzo 2010

che scrivo? un tubo


Sono le ventiezerosei e sono in ufficio. A casa il mio vicino, quello del piano di sotto, ed un idraulico stanno aprendo voragini nel muro sotto il lavandino cercando di capire l’origine di una maledetta perdita. Il vicino, professore in pensione, mi ha convinto a battere in ritirata e lasciargli le chiavi di casa cercando di spiegarmi in serbo la storia delle tubazioni del palazzo, dalla fondazione di Plužine, aiutato da un’abbondante sudorazione acida di alcol, cavolo e sigarette. Quindi scrivo (e scrivendo mi consolo). Di un altro sabato sugli sci non voglio parlare (pista viola completata 10 volte con 5 cadute totali) ne di una domenica alla scoperta delle bellezze naturalistiche del Montenegro (questa volta le cascatelle dello Cijevna Rijeka, vicino a Podgorica). Ma allora di che parlo? Niente, appunto, andiamo a vedere se quei due hanno demolito la mia kuča.


ps al mio ritorno non solo la casa non era demolita ma ho trovato la moglie del vicino che ramazzava in bagno con scopettone e guanti di plastica fino al gomito mentre il vicino dava direttive. 'sti montenegrini non finiscono di stupirmi..


ps2 per elena: in foto la pista viola!

mercoledì 17 marzo 2010

duetto di gusle al teatrino comunale


Da Wikipedia:
La gusla (o gusle) è uno strumento popolare a corda singola usato nei Balcani e nell'area delle Alpi Dinariche. La gusla ha una corda fatta di trenta crini di cavallo con una cassa di risonanza in legno, solitamente d'acero, ricoperta di pelle animale e con un manico intagliato finemente. La si suona strofinando la corda con l'apposito archetto formato anch'esso da crini di cavallo. La gusla è per lo più suonata per accompagnare canti popolari.

Questa pur completa descrizione credo non esprima appieno lo spirito della Gusla. Vorrei proporre a Wikipedia la seguente modifica.

La gusla è uno strumento popolare dell’area dei Balcani che produce melodie simili al ragliare di asine in calore, accompagnando voci baritonali che inneggiano nazionalistici canti filo-serbi. L’ambiente più adatto per gustare tali inascoltabili cacofonie è il teatro di paese in cui un pubblico rigorosamente maschile sottolinea i passi più toccanti con patriottici applausi, tra fiati alcolici di grappa locale (rakja) e puzza di sigarette.

Per la cronaca: ho resistito quasi fino alla fine dello spettacolo, perso nei miei pensieri con tappi di carta nelle orecchie..

lunedì 15 marzo 2010

giocolando


Mi sembra di essere un bambino che ha appena scoperto un gioco nuovo. Sabato infatti è stata un’altra giornata di grandi soddisfazioni sugli sci. Il completamento della temibile pista viola senza cadute ha rappresentato un successo personale che genie di nipoti ascolteranno davanti ad un camino durante lunghe sere di inverno.

Domenica la scoperta della deliziosa baia di Petrovac, mangiando un panino su una panchina di fronte alla spiaggia, in una giornata scintillante, ha reso quanto mai attuale il desiderio di vivere in una città di mare.

A chiudere questo bel fine settimana una poesia, letta ieri sera prima di addormentarmi..

Narra la leggenda che un Gallo
Vedendo il fiero gallico ardimento
falciato tutto intorno dalla ferrea
disciplina delle legioni romane,
scagliò al cielo il suo ultimo dardo,
al Dio che aveva sempre adorato,
al Dio che l’aveva tradito.
E poi cadde, la fronte spaccata.

Con le ossa dei Galli caduti
i contadini fecero recinti
ai loro vigneti belli e rigogliosi.
Nessuno ebbe più nobile sepoltura.

(da Ombre sull’erba di Karen Blixen)

giovedì 11 marzo 2010

col bilancino


Questa sera davanti ad una pelinkovac mi sono reso conto che sono 4 mesi che sono in Montenegro. Guardando l’elenco dei film visti sono esattamente a 50. 10 i libri letti. Sarebbe quasi ora di fare bilanci. Ma stasera non ne ho decisamente voglia.


Domenica lo sci a Vucje ha portato grandi soddisfazioni all’espatriato balcanico. Dopo un lungo riscaldamento sulla pista baby per scrostare la ruggine e qualche penoso ribaltamento con lo ski-lift, i 5 minuti di ascesa hanno portato i nostri in cima alla temibile pista viola. Qui un vento siberiano e un muro verticale attendevano i tre intrepidi neofiti. Accompagnati da fuck you now e don’t panic, pregando il dio del soccorso alpino, ci siamo gettati come un solo uomo verso l’ignoto. Velocità mai sperimentate, cappottamenti, testamenti biologici ripassati mentalmente, tanta adrenalina.. al termine della discesa grandi risate e pacche sulle spalle. Bambini alti un soldo di cacio frenavano in derapata irridendo la nostra grande impresa ma noi, incuranti, ci beavamo della nuova tacca sui nostri sci.


Mettere piede in un cinema dopo mesi, la sera a Podgorica, ha degnamente concluso una giornata piena di emozioni.

venerdì 5 marzo 2010

le 18, si chiude!

Video esemplificativo di come girano le cose nel Bel Paese. Senza parole.. cliccare QUI

giovedì 4 marzo 2010

preconcetti e manicaretti


In questi in tre giorni sul Gargano, in trasferta per seguire il MOC, un evento internazionale di orienteering, ho visto più sole che nell’ultimo mese in Montenegro. Invitati dal console di San Marino in Montenegro ed alloggiati a San Menaio abbiamo goduto dell’ospitalità, delle attenzioni e dell’istrionica compagnia del proprietario dell’hotel. In nostro onore il cuoco si è lanciato in orecchiette alle cime di rapa, straccetti di carne all’aceto balsamico, fusilli gamberetti e zucchine, filetto di branzino (non tutto nello stesso pranzo, ovviamente) mettendoci all’ingrasso per tre giorni. Tra passeggiate nei boschi, per le vie delle deliziose cittadine di mare o sul lungo mare in cerca di conchiglie mi sono goduto questa piccola parentesi italiana a mio agio tra costumi noti ed intellegibili parlate (oddio, il Peschiciano non è che sia chiarissimo).


Ogni viaggio, anche dietro casa, ci obbliga a mettere in gioco i nostri preconcetti e i nostri schemi mentali. Che dire di un comandante dell’aviazione che apre la sua caserma ad atleti stranieri per ospitare la partenza e l’arrivo di una gara internazionale di orienteering? O di un responsabile FIGC intelligente e disponibile lontano anni luce dallo stereotipo di pallonaro becero e greve?


L’orienteering è davvero uno sport interessante. Oltre ad essere praticato dalla biondissima nazionale finlandese, ha il pregio di invogliare una conoscenza e un rispetto per la natura che pochi altri sport possono offrire.


In foto Minna Kauppi, fortissima atleta finlandese.

martedì 23 febbraio 2010

ieri sera


La cena di oggi s’è chiusa con l’abate che cercava di convincermi a battezzarmi con rito ortodosso durante la messa di Pasqua. Appurato che, ahimè, un battesimo non cancella l’altro, ho cercato di capire se l’Ipotetico fosse d’accordo col doppio tesseramento ma Niki sostiene che non abbia nulla da eccepire.

Le salsicce alla birra e la musica di Zvono hanno reso il mio animo pacifico ed accomodante, a maggior ragione dopo un paio di ore di palestra. Ne notavo la bellezza ed essenzialità. Sacco nel corridoio, cyclette in uno stanzino, manifesto di Dejan Savicevic con un boccalone di Nikšićko in mano che dice qualcosa tipo “buona la birra in compagnia”, una panca e un paio di altri strumenti di piacere, turbo folk a manetta. Tutto ciò che serve per diventare grossi ed ignoranti (pare esista una correlazione statistica).

Ora do l’ultima botta ad “Armi, acciaio e malattie, breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, sicuramente uno dei più bei libri passati sotto le mie mani, e vado a nanna.

in foto: scorcio di Perast, vicino a Kotor (nel momento di migliori condizioni climatiche)