domenica 19 settembre 2010
the end
mercoledì 15 settembre 2010
frammenti da caprera
martedì 7 settembre 2010
risalendo il vento di bolina
Le vacanze. Ognuno ha il suo modo di viverle. C’è chi apprezza il relax, chi i posti esotici, chi preferisce le città d’arte del nord Europa alle spiagge affollate d’agosto. Le mie di solito sono vacanze faticose (mia sorella fa notare: “non facendo un cazzo tutto l’anno..”), in bici, in interrail.. Quest’anno..
Prima settimana: casa mia casa mia per piccina che tu sia..
Per come sto ora niente come una settimana a casa poteva rinfrancarmi lo spirito. Tutti i giorni in piscina ed a correre, pranzi coi parenti, serate con gli amici..un po’ di calcio estivo in tv, le cuginette piccole, le spedizioni per comprare una bici, una serata di ping pong e pizza, chiacchiere al caffè della Feltrinelli, una granita sul Naviglio, coi pattini sulla ciclabile, a pranzo a Poliedra, i giri per comprare il materiale per la vela. Sette giorni sono volati e non mi sarei fermato da questo ritorno alla mia socialità.
Seconda settimana: sentendosi Paul Cayard
Sabato mattina la partenza per Caprera, aereo alle ore 6.50 da Malpensa con conseguente sveglia alle 4.30 (preceduta da chiacchiere durate fino alle 2). La prima sveglia a Caprera, la domenica, alla 6.30 è stata seguita da un “machimmelohafattofare”. La giornata tipo: colazione alle 7, lezione teorica dalle 8 alle 9.30, alle 10 in barca fino alle 18, alle 20 tutti a tavola e alle 21 lezione. Più una giornata di “comandata” ossia di completa assenza di tempo libero per aiutare l'AT (Assistente Terra) in cucina (io me ne sono fatte due, volontario per la seconda). Un campo di lavoro, potrebbe sembrare. Un’esperienza magica, difficile da spiegare, per chi c’è stato. E sono dieci giorni che continuo a sognare d’essere in barca a vela.
Ora sono nuovamente in Montenegro. Ancora 3 settimane ed il mio Servizio potrà dirsi concluso. Poi, chissà.
ps non faccio nomi in questo post, sarebbero troppi..
mercoledì 25 agosto 2010
I figli so' pezzi 'e core!
- 1 cassetta di pesche
- 1 cassetta d'uva
- 1 cassetta di fichi (marci per la traversata in traghetto)
- 5 peperoni
- 5 melanzane
- 4 kg di pomodorini
- 1 sacchettone di basilico fresco
- 6 pacchi di biscotti
- 5 kg di formaggio
- 2 sopressate
sabato 21 agosto 2010
martedì 10 agosto 2010
quanto fa bene lo sport
giovedì 29 luglio 2010
senza un programma dimmi come ci si sente
- 21 agosto: ritorno a Milano con genitori e sorella, per una settimana di relax a casa, tra amici, parenti e piscina.
- 28 agosto: partenza per Caprera per il corso di vela con Cello, fino al 4 settembre.
- 5 settembre: Olbia-Bari-Bar-Pluzine per gli ultimi 15 giorni di servizio civile.
giovedì 15 luglio 2010
in bici tra i monti
Lunedì-martedì-mercoledì mi sono sparato una tre giorni in mountain bike. Dato che questo fetente blog è il primo risultato di google per la query "bici montenegro" dovrei impegnarmi e metter giù una minuziosa descrizione del viaggio, che possa essere utile al bikenauta, con consigli, altimetrie e quant’altro. Dato che fa un caldo dell'ostia (mare) e non ho voglia manco per niente, metto in fila qualche pensiero sparso (e scarso).
Plužine-Nikšić, primo giorno (55 km, 1000 m di ascesa), partenza intelligente alle 14.30, salita sotto il sole e discesa sotto un diluvio torrenziale. Teresa, di cui ero ospite, m’ha rifocillato con una cena da Gambero Grosso, comprensiva di zuppa di fagioli, pollo, gatò di patate e torta alla frutta.
Nikšić-Šavnik, secondo giorno (50 km, 1200 m di ascesa), poco da raccontare a parte bellissimi paesaggi, la depressione, fisica ed emotiva, di Šavnik, paese in mezzo al niente e con niente da offrire. I 17 € di accomodation (effettivamente comoda), un libro, “le parole non le portano le cicogne”, letto in un pomeriggio.
Šavnik-Plužine, terzo giorno (55 km 1000 m di ascesa), perso ed arso, senz’acqua, in mezzo a montagne desolate, col sole del primo pomeriggio a farmi compagnia e nuvoloni in lontananza. Un paio d’ore di ansia poi la discesa liberatoria fino a casa. Al termine della quale, la discesa, incontro due autostoppisti diretti a Žabljak, un bulgaro e un olandese, e li invito a passare la notte da me. Chiacchiere, birra, racconti di viaggio. L’olandese si fa 2 mesi on the road, il bulgaro 1 anno, direzione est-est, Cina. Robe turche.
Riflessione conclusiva: perdersi è bello, se poi lo puoi raccontare a qualcuno.
domenica 11 luglio 2010
notti di Champions a Podgorica
lunedì 5 luglio 2010
un we in bici, parte seconda
Riflessioni, su cose già note.
La fatica della salita, la gioia della discesa. Quanto è noiosa la pianura.
Niente come la bici fa pensare e riflettere. E ne ho proprio bisogno.
Ad andare in bici si ottiene una triste abbronzatura da ciclista.
un we in bici, parte prima
lunedì 28 giugno 2010
climbing
giovedì 24 giugno 2010
il cacciatore e la bambina
lunedì 21 giugno 2010
fa caldo, vado al mare in taxi
martedì 15 giugno 2010
le solite cose
Giovedì ero in giro in bici per controllare alcuni sentieri, tra le campagne tra Crkvičko Polje, Babici e Trsa. Ovviamente mi sono perso. Ho chiesto informazioni ed ovviamente la signora in mezzo ai monti mi ha invitato a prendere un caffè. Memore delle accuse dell’Elena riguardo la mia presunta scrocconeria, ho cercato di declinare riconducendo la mia fretta al sole al tramonto. Ma poiché la sciura non s’è lasciata intenerire, ho capitolato e mi sono fatto rifocillare con le solite messi di libagioni. Più avanti ho chiesto indicazioni a due scugnizzi locali i quali mi hanno scortato per un paio di chilometri con la loro motoretta a due cilindri, contenti di dare una mano allo straniero.
Venerdì concerto di pianoforte e sax a Kotor, organizzato da Teresa, la nostra profesorica di montenegrino. Il giorno dopo, ci siamo spiaggiati in una caletta meravigliosa, con baretto ed acqua cristallina ed annesse nuotate.
Lunedì sera, infine, partita dell’Italia vista a Nikšić, ospiti a casa di Teresa che, oltre a parlare perfettamente l’ostico idioma, non tradisce lo stereotipo della meridionale cuoca provetta. Fino al pareggio era sentire comune che la serata fosse positiva a prescindere dall’eventuale sconfitta dell’Italia. Dopo aver schivato un riccio sulla strada del ritorno tra Nikšić e Plužine, Miles ed io ci siamo fermati per cercare di mettere in salvo l'incauta bestiola. Alzati gli occhi al cielo ci siamo resi conto dello splendore scintillante della volta celeste. Alla prima stella cadente ci siamo rimessi in macchina, verso casa.
lunedì 7 giugno 2010
backgammon
Sabato ho disposto una quindicina di tappi di cocacola nel campo da pallacanestro di Plužine. Inforcati i roller ho iniziato a fare i due o tre trick che ho imparato prima di partire per il Montenegro. I bambini impegnati a giocare a pallone, basket e a tennis in un campo improvvisato, mi hanno osservato con rispetto attendendo una caduta che, ahiloro, non è arrivata. Poi Nikola, il mio primo insegnante di serbo, li con il figlioletto, mi ha sfidato a basket, agli undici. Premesso Nikola è in sovrappeso e fuma come se non ci fosse un domani, la sconfitta 11-6 può rendere l’idea di quanto io sia scarso al gioco della palla dentro il cestino. Il pomeriggio una breve corsetta.
La domenica, partendo ad un orario tutto sommato decente, ci siamo spiaggiati a Petrovac. Una nuotata nell’acqua ancora a temperatura “fiordo norvegese”, una partita “agli undici” o “alla tedesca” scalzi sull’asfalto con pallone di cuoio gonfiato a 4 atmosfere, l’apprendimento dell’arcana arte del Backgammon, un’insolazione che ha reso le spalle e le gambe dei presenti facilmente visibili in notti senza luna, sono il filo conduttore di una giornata di sano sciallo e relax.
mercoledì 2 giugno 2010
un fine settimana in Italia
lunedì 24 maggio 2010
se impari la strada a memoria..
D: Dobar dan, kako ste? Hoču da idem u Plužinama (Buon giorno, come va? Devo andare a Plužine)
R: Zdravo. Nema put. (Salve. Non c’è la strada)
D: Kako nema put? (come non c’è?)
R: Ništa. Želite kafu? (Non c’è. Volete un caffè?)
E così mi sono trovato invitato da una simpatica bakina (nonna) a chiacchierare con figlio, nuora, figlia e nipotini, Ivana, Nikoleta, Ivan e Costa (4, 3, 2 e 1 anno), cercando di mettere assieme frasi stentate facendo finta di capire. (Il fatto che io sappia esprimere quattro concetti base non fa di me un serbo-parlante ma questo non importa all’allegra famiglia montenegrina, entusiasta dell’ospite, per di più straniero). La kafa è diventata limonata, prosciutto, bresaola (tutto home made, rigorosamente), caffè e biscotti. Il pranzo fuori programma è stato più che benvenuto, data l’ascesa fatta; quando si è arrivati alla birra e alla rakija ho declinato e, girata e la bici, ho ripreso la strada di casa.
Appena varcata la soglia, dopo 50 km e un migliaio di metri di ascesa, ho ricevuto un invito che non si poteva rifiutare. Mangiato al volo, senza farmi la doccia, sono uscito a caccia di serpenti e lucertole con Miles, appassionato erpetologo ed entomologo. Lo score finale parla di uno smooth snake e due grass snake (a detta di Miles) per me e di quattro lucertoloni per Miles (uno s'è prestato per una foto). Nonché uno scorpione e numerosi scarabei, oltre a formiche giganti, centopiedi e ragni vari.
Perdersi in bici ed andar a caccia di rettili. Into the wild!
sabato 15 maggio 2010
inaugurazioni
Ieri inaugurato il nuovo destriero, con un giretto di una quarantina di chilometri. A parte essere partito senz’acqua a pomeriggio inoltrato (due errori da dilettante), avevo commesso la puerile svista di sottovalutare le stradicciole del Montenegro: pendenze assassine, infido ghiaiume e continui saliscendi hanno reso quella che credevo una facile sgambata un lento stillicidio.
Perdersi ha poi dato un tocco di avventura al tutto. Il primo incontro è stato con una vecchina di 120 cm ed altrettanti anni, con più rughe che capelli, che, bussato alla sua porta e verificato che il mio serbo non andava oltre al “qual è la strada per Goransko”, mi ha cacciato in malo modo. Ho riprovato a chiedere indicazioni qualche chilometro più avanti, richiamando l’attenzione di una maglietta rossa intravista nel folto del bosco. Occhei non essere diffidenti ma se dal suddetto bosco salta fuori un boscaiolo di un metro e novanta con un martello in una mano e un’ascia in un’altra, almeno per un istante, il pensiero di essere alla fine della pista credo baleni anche nell’animo più saldo. Dato che sono qui che scrivo è evidente che non solo mi ha indicato la strada ma ha anche evitato di colpirmi con il martello e finirmi con l’ascia e di questo gliene sono grato, sinceramente. Numerose mucche sulla strada, infine, sono state spaventate dal mio incedere ansimante e un vitello ha accennato una velleitaria carica.
Al culmine della salita, a 1.500 mslm, ho potuto ammirare il massiccio del Durmitor stagliarsi in pieno sole con graffi di neve a seguirne la strana conformazione. Poi la tanto agognata discesa con il primo imbrunire a rendere l’aria fresca e i pensieri leggeri.
(in foto: sul Durmitor, con la sorellina, a passeggio)
sabato 8 maggio 2010
Non è la meta ma il viaggio..
Viaggiamo sostenibile. Salerno-Plužine. 2 viaggiatori, 2 zaini, 1 trolley, 1 bici smontata al seguito. 29 ore, 6 cambi, 3 mezzi di trasporto. La malsana idea di comprare la bici a Salerno. Portarla a spalla per 3 km, da casa della nonna alla fermata dell’autobus. Sbagliare fermata e raggiungere di corsa, in preda al panico, quella giusta facendo slalom tra le macchine. In breve il resoconto..
- Salerno casa-Salerno fermata autobus: a piedi, 50 minuti;
- Salerno-Taranto: autobus, 6 ore sostando in tutti i paesini, Battipaglia, Eboli, Metaponto.. per tirar su vecchietti sdentati e studenti chiacchierando con una coppia di canadesi in pensione in giro per l’Europa;
- Taranto-Bari: treno, 1 oretta tranquilli;
- Bari stazione-Bari porto: a piedi, 30 minuti;
- Bari-Bar: traghetto, traversata senza grandi problemi, tanta nanna;
- Bar porto-Bar stazione: in taxi, 5 €, che signori
- Bar-Podgorica: autobus, 1 oretta, la sorellina fa la prima conoscenza con la musica balcanica;
- Podgorica-Nikšić: autobus, 1 ora. Pranzo a Nikšić a base di Cevapic (salsicce).
- Nikšić-Plužine: autobus con alto rischio vomito per la sorellina: mezza porzione di cevapic è bastata per generare nausea e le curve per salire a Plužine non hanno aiutato.
Arrivati a Plužine, desiderosi soltanto di riposo, siamo stati coinvolti in due Slava (cfr. QUI), di cui una a 50 km da Plužine, durante le quali s’è mangiato e bevuto, ininterrottamente, dalle 4 di pomeriggio alle 10 e mezza di sera.. almeno ho imparato a dire “ja sam pun, ne mogu više” (sono pieno, non ne voglio più)!
mercoledì 14 aprile 2010
è una questione di sportività
Nel corso di una normale settimana, invece, l’attività agonistica è felicemente e casualmente divisa tra la piccola palestra del centro culturale del comune sopracitato e la corsa in montagna.
Nel primo caso, dopo un riscaldamento sulla cyclette che mi sembra sempre d’essere un vecchio in pensione, tra l’altro sono l’unico che la usa perché il montenegrino a) non si riscalda b) se ne frega della definizione e pensa solo a diventare enorme, più pancia c’è meglio è, mi cimento nei soliti attrezzi che deliziano la vita dell’atleta in palestra. Panca, trazioni, addominali, essenzialmente, accompagnati da tutti quegli esercizi per tricipiti-bicipiti-deltoidi di cui ignoro il nome. Non c’è nulla per aumentare la grossezza dei quadricipiti e quindi vado di mezzi squat monoarto e tanti saluti.
Nel secondo caso, superati gli sguardi non molto convinti degli autoctoni (si, vado a correre, sono cinquemesicinque cha vado a correre, perché vi stupite ancora?), mi inerpico per il sentiero in mezzo al bosco appena fuori il paese. Qui pendenze assassine fanno schizzare i battiti a 180 e costringono lo sky runner in erba a rompere ogni tanto il passo per prendere fiato. Dopo 20 minuti di ascesa ininterrotta di arriva a quota 1.050 mslm, col fiato corto e il lago che placido si distende 350 metri più in basso. Inizia la discesa, poi si risale e, tanto per farla breve, dopo 600 m di dislivello e un’ora di caracollamenti me ne torno a casa, stanco e soddisfatto.
Con la primavera la mountain bike si aggiungerà alle attività post-lavorative del nostro, da luglio il nuoto nel lago e magari la canoa. E questo è quanto. Mo’ vado a mangiare la che la zuppa sarà pronta."
in foto: io sui pattini che faccio finta di saperci andare
martedì 6 aprile 2010
una pasqua un po' inusuale
Nikifor: “Io mi sveglio alle 4, per prepararmi”. Ci guardiamo sorridendo Simo ed io e pensiamo “che sfigato, 3 ore per prepararsi”. “La messa è alle 5”. Smettiamo di sorridere. Non credo d’essermi svegliato molte volte prima delle 5, di certo non per una messa. “Durerà un’ora e mezza” dice, e laconici ce ne andiamo a nanna. Siamo al Monastero di Piva apposta per seguire l’evento clou della fede ortodossa, la messa di pasqua. Interesse etnologico, ovviamente. Sveglia alle 4.50 per noi, DUEOREEMMEZZA di messa cantata in serbo, un freddo becco combattuto saltellando da un piede all’altro, tutto a lume di candela. Al termine del lento stillicidio, alle 8, la tavola imbandita con agnello, salumi ed il formaggio più buono ch’io abbia mangiato fuori dai confini campani.
Il post messa, per riprendermi un po’ da “kyrie eleison” e “hristos voskrese” è stato all’insegna dello sport. Prima di pranzo ho ri-infilato i pattini, dopo mesi di inattività, suscitando l’ilarità degli autoctoni con una caduta coreografica nella piazza principale di Plužine, unico pezzo di asfalto più o meno in piano della municipalità. Dopo pranzo corsa in montagna, da 750 mslm a 1030, poi altri due giri da 870 a 1030. In tutto circa 600 m di ascesa, tra boschi silenziosi con il lago a fare da sfondo.
Un film ed a nanna presto e si conclude una pasqua un po’ inusuale, la prima passata lontano da casa.
giovedì 25 marzo 2010
si, ma che fai?
Oggi mi sono reso conto di non aver ancora fornito un’esauriente risposta al “si ma che cacchio stai facendo in Montenegro?”. Oltre a sciare, a cenare con l’abate, a guardare un sacco di film ed ad impantanarmi con la Lada svolgo, tra le 9 e le 17, alcune mansioni che potremmo definire lavorative. Vediamole di seguito elencate:
- redazione dei report mensili delle attività di progetto (in italiano);
- redazione dello stato di avanzamento per il primo anno di progetto (in italiano);
- progettazione e realizzazione della presentazione per il primo seminario di Educazione Ambientale rivolto alle scuole (in inglese);
- progettazione degli eventi di partecipazione (orienteering, spettacoli teatrali, spiegazione di obiettivi e risultati attesi del progetto, et similia, in inglese);
- preparazione dei questionari di soddisfazione/di efficacia relativamente agli eventi/ai corsi di formazione (in inglese), raccolta dati ed elaborazione dei report (in italiano)
- corso di formazione del personale locale relativamente ad Excel e Word (magari anche Power Point, mo’ vediamo, in inglese);
- gestione dei contatti con negozi sportivi dell’area per la fornitura del materiale sportivo necessario (non a me, al progetto, in inglese);
- collocazione cartelli per i sentieri (in foto).
Poiché pare io sia riuscito a far credere d’esserne capace, dal mese prossimo, ma non ditelo in giro che non è ufficiale, verrò coinvolto nella redazione di progetti su tematiche ambientali.
Niente missili sulla luna, insomma, anche perché non saprei mandarceli, ma qualcosa davanti al pc la fò!
lunedì 22 marzo 2010
che scrivo? un tubo
Sono le ventiezerosei e sono in ufficio. A casa il mio vicino, quello del piano di sotto, ed un idraulico stanno aprendo voragini nel muro sotto il lavandino cercando di capire l’origine di una maledetta perdita. Il vicino, professore in pensione, mi ha convinto a battere in ritirata e lasciargli le chiavi di casa cercando di spiegarmi in serbo la storia delle tubazioni del palazzo, dalla fondazione di Plužine, aiutato da un’abbondante sudorazione acida di alcol, cavolo e sigarette. Quindi scrivo (e scrivendo mi consolo). Di un altro sabato sugli sci non voglio parlare (pista viola completata 10 volte con 5 cadute totali) ne di una domenica alla scoperta delle bellezze naturalistiche del Montenegro (questa volta le cascatelle dello Cijevna Rijeka, vicino a Podgorica). Ma allora di che parlo? Niente, appunto, andiamo a vedere se quei due hanno demolito la mia kuča.
ps al mio ritorno non solo la casa non era demolita ma ho trovato la moglie del vicino che ramazzava in bagno con scopettone e guanti di plastica fino al gomito mentre il vicino dava direttive. 'sti montenegrini non finiscono di stupirmi..
ps2 per elena: in foto la pista viola!
mercoledì 17 marzo 2010
duetto di gusle al teatrino comunale
lunedì 15 marzo 2010
giocolando
giovedì 11 marzo 2010
col bilancino
Questa sera davanti ad una pelinkovac mi sono reso conto che sono 4 mesi che sono in Montenegro. Guardando l’elenco dei film visti sono esattamente a 50. 10 i libri letti. Sarebbe quasi ora di fare bilanci. Ma stasera non ne ho decisamente voglia.
Domenica lo sci a Vucje ha portato grandi soddisfazioni all’espatriato balcanico. Dopo un lungo riscaldamento sulla pista baby per scrostare la ruggine e qualche penoso ribaltamento con lo ski-lift, i 5 minuti di ascesa hanno portato i nostri in cima alla temibile pista viola. Qui un vento siberiano e un muro verticale attendevano i tre intrepidi neofiti. Accompagnati da fuck you now e don’t panic, pregando il dio del soccorso alpino, ci siamo gettati come un solo uomo verso l’ignoto. Velocità mai sperimentate, cappottamenti, testamenti biologici ripassati mentalmente, tanta adrenalina.. al termine della discesa grandi risate e pacche sulle spalle. Bambini alti un soldo di cacio frenavano in derapata irridendo la nostra grande impresa ma noi, incuranti, ci beavamo della nuova tacca sui nostri sci.
Mettere piede in un cinema dopo mesi, la sera a Podgorica, ha degnamente concluso una giornata piena di emozioni.
venerdì 5 marzo 2010
le 18, si chiude!
giovedì 4 marzo 2010
preconcetti e manicaretti
In questi in tre giorni sul Gargano, in trasferta per seguire il MOC, un evento internazionale di orienteering, ho visto più sole che nell’ultimo mese in Montenegro. Invitati dal console di San Marino in Montenegro ed alloggiati a San Menaio abbiamo goduto dell’ospitalità, delle attenzioni e dell’istrionica compagnia del proprietario dell’hotel. In nostro onore il cuoco si è lanciato in orecchiette alle cime di rapa, straccetti di carne all’aceto balsamico, fusilli gamberetti e zucchine, filetto di branzino (non tutto nello stesso pranzo, ovviamente) mettendoci all’ingrasso per tre giorni. Tra passeggiate nei boschi, per le vie delle deliziose cittadine di mare o sul lungo mare in cerca di conchiglie mi sono goduto questa piccola parentesi italiana a mio agio tra costumi noti ed intellegibili parlate (oddio, il Peschiciano non è che sia chiarissimo).
Ogni viaggio, anche dietro casa, ci obbliga a mettere in gioco i nostri preconcetti e i nostri schemi mentali. Che dire di un comandante dell’aviazione che apre la sua caserma ad atleti stranieri per ospitare la partenza e l’arrivo di una gara internazionale di orienteering? O di un responsabile FIGC intelligente e disponibile lontano anni luce dallo stereotipo di pallonaro becero e greve?
L’orienteering è davvero uno sport interessante. Oltre ad essere praticato dalla biondissima nazionale finlandese, ha il pregio di invogliare una conoscenza e un rispetto per la natura che pochi altri sport possono offrire.
In foto Minna Kauppi, fortissima atleta finlandese.