mercoledì 25 agosto 2010

I figli so' pezzi 'e core!


Robi: Ciao mamma, ciao papà! Saliamo in macchina ed andiamo a casa.
Ruggero: Non c'è spazio..

Queste le prime frasi scambiate coi miei, appena giunti a Pluzine. Ora: è vero che arrivavano da tre settimane in giro per il sud Italia ma è anche vero che la macchina in questione è un Ulisse, non una Smart. Ma sui posti dei passeggeri erano accatastate:
  • 1 cassetta di pesche
  • 1 cassetta d'uva
  • 1 cassetta di fichi (marci per la traversata in traghetto)
  • 5 peperoni
  • 5 melanzane
  • 4 kg di pomodorini
  • 1 sacchettone di basilico fresco
  • 6 pacchi di biscotti
  • 5 kg di formaggio
  • 2 sopressate
Prima di partire mia madre mi aveva chiesto: cosa vuoi che ti portiamo dall'Italia? Data la difficoltà nel reperirla a Pluzine avevo azzardato: mah, un'insalata.. Come da un'insalata sia arrivati a poter mettere un banco di prodotti tipici pugliesi è una cosa che non so spiegare. Mio padre ha languidamente abbozzato: ci siamo fermati ad un mercato.. Tenuto conto che 1.5 è il numero di giorni che prevedevano di rimanere a Pluzine abbiamo mangiato melanzane e peperoni a pranzo, cena, pranzo e ce li siamo pure messi nei panini per il viaggio. Ma del viaggio di ritorno Pluzine-Sarajevo-Plitvice-Milano parlerò nel prossimo post.

sabato 21 agosto 2010

dalla parte del toro


Chissà quanti di questi andranno a vedere ancora le corride: cliccare QUI

martedì 10 agosto 2010

quanto fa bene lo sport



Venerdì, nuotata, 20 minuti, al lago. Primo giro, avanti ed indietro, tutto ok. Facciamo altre due bracciate, mi dico, mi riallontano dalla riva, quando decido che può bastare viro e con calma me la nuoto. Sole al tramonto, acqua a una temperatura normale. E qui avviene l'imprevedibile: inizio a sentire un malessere diffuso, tiro fuori la testa dall'acqua, boccheggio, inizio a veder nero. Mi sbraccio ma non c'è nessuno. Attimi di panico. A 20 metri c'è un gommone. Mi ci lancio con tutte le energie, mi attacco al cordame e mi tiro su. Ansimo. Da li, dopo qualche minuto, raggiungo la riva, ringraziando i lari e i penati.

Sabato, giro in bici. 4o km di sali e scendi, circuito noto. Guadagno la vetta, a 1.400 m ed inizio la discesa su uno sterrato divertente, a tratti ostico. In un punto tranquillo butto un occhio alle chiavi appese ai pantaloni, per verificare che siano ancora li. Ci sono. Rialzo lo sguardo.. e sono per terra. Risultato: mano destra come un cotechino e domenica passata col ghiaccio a guardar film.

Stiamo tranquilli per un po', va..