giovedì 25 marzo 2010

si, ma che fai?


Oggi mi sono reso conto di non aver ancora fornito un’esauriente risposta al “si ma che cacchio stai facendo in Montenegro?”. Oltre a sciare, a cenare con l’abate, a guardare un sacco di film ed ad impantanarmi con la Lada svolgo, tra le 9 e le 17, alcune mansioni che potremmo definire lavorative. Vediamole di seguito elencate:

  • redazione dei report mensili delle attività di progetto (in italiano);
  • redazione dello stato di avanzamento per il primo anno di progetto (in italiano);
  • progettazione e realizzazione della presentazione per il primo seminario di Educazione Ambientale rivolto alle scuole (in inglese);
  • progettazione degli eventi di partecipazione (orienteering, spettacoli teatrali, spiegazione di obiettivi e risultati attesi del progetto, et similia, in inglese);
  • preparazione dei questionari di soddisfazione/di efficacia relativamente agli eventi/ai corsi di formazione (in inglese), raccolta dati ed elaborazione dei report (in italiano)
  • corso di formazione del personale locale relativamente ad Excel e Word (magari anche Power Point, mo’ vediamo, in inglese);
  • gestione dei contatti con negozi sportivi dell’area per la fornitura del materiale sportivo necessario (non a me, al progetto, in inglese);
  • collocazione cartelli per i sentieri (in foto).

Poiché pare io sia riuscito a far credere d’esserne capace, dal mese prossimo, ma non ditelo in giro che non è ufficiale, verrò coinvolto nella redazione di progetti su tematiche ambientali.

Niente missili sulla luna, insomma, anche perché non saprei mandarceli, ma qualcosa davanti al pc la fò!

lunedì 22 marzo 2010

che scrivo? un tubo


Sono le ventiezerosei e sono in ufficio. A casa il mio vicino, quello del piano di sotto, ed un idraulico stanno aprendo voragini nel muro sotto il lavandino cercando di capire l’origine di una maledetta perdita. Il vicino, professore in pensione, mi ha convinto a battere in ritirata e lasciargli le chiavi di casa cercando di spiegarmi in serbo la storia delle tubazioni del palazzo, dalla fondazione di Plužine, aiutato da un’abbondante sudorazione acida di alcol, cavolo e sigarette. Quindi scrivo (e scrivendo mi consolo). Di un altro sabato sugli sci non voglio parlare (pista viola completata 10 volte con 5 cadute totali) ne di una domenica alla scoperta delle bellezze naturalistiche del Montenegro (questa volta le cascatelle dello Cijevna Rijeka, vicino a Podgorica). Ma allora di che parlo? Niente, appunto, andiamo a vedere se quei due hanno demolito la mia kuča.


ps al mio ritorno non solo la casa non era demolita ma ho trovato la moglie del vicino che ramazzava in bagno con scopettone e guanti di plastica fino al gomito mentre il vicino dava direttive. 'sti montenegrini non finiscono di stupirmi..


ps2 per elena: in foto la pista viola!

mercoledì 17 marzo 2010

duetto di gusle al teatrino comunale


Da Wikipedia:
La gusla (o gusle) è uno strumento popolare a corda singola usato nei Balcani e nell'area delle Alpi Dinariche. La gusla ha una corda fatta di trenta crini di cavallo con una cassa di risonanza in legno, solitamente d'acero, ricoperta di pelle animale e con un manico intagliato finemente. La si suona strofinando la corda con l'apposito archetto formato anch'esso da crini di cavallo. La gusla è per lo più suonata per accompagnare canti popolari.

Questa pur completa descrizione credo non esprima appieno lo spirito della Gusla. Vorrei proporre a Wikipedia la seguente modifica.

La gusla è uno strumento popolare dell’area dei Balcani che produce melodie simili al ragliare di asine in calore, accompagnando voci baritonali che inneggiano nazionalistici canti filo-serbi. L’ambiente più adatto per gustare tali inascoltabili cacofonie è il teatro di paese in cui un pubblico rigorosamente maschile sottolinea i passi più toccanti con patriottici applausi, tra fiati alcolici di grappa locale (rakja) e puzza di sigarette.

Per la cronaca: ho resistito quasi fino alla fine dello spettacolo, perso nei miei pensieri con tappi di carta nelle orecchie..

lunedì 15 marzo 2010

giocolando


Mi sembra di essere un bambino che ha appena scoperto un gioco nuovo. Sabato infatti è stata un’altra giornata di grandi soddisfazioni sugli sci. Il completamento della temibile pista viola senza cadute ha rappresentato un successo personale che genie di nipoti ascolteranno davanti ad un camino durante lunghe sere di inverno.

Domenica la scoperta della deliziosa baia di Petrovac, mangiando un panino su una panchina di fronte alla spiaggia, in una giornata scintillante, ha reso quanto mai attuale il desiderio di vivere in una città di mare.

A chiudere questo bel fine settimana una poesia, letta ieri sera prima di addormentarmi..

Narra la leggenda che un Gallo
Vedendo il fiero gallico ardimento
falciato tutto intorno dalla ferrea
disciplina delle legioni romane,
scagliò al cielo il suo ultimo dardo,
al Dio che aveva sempre adorato,
al Dio che l’aveva tradito.
E poi cadde, la fronte spaccata.

Con le ossa dei Galli caduti
i contadini fecero recinti
ai loro vigneti belli e rigogliosi.
Nessuno ebbe più nobile sepoltura.

(da Ombre sull’erba di Karen Blixen)

giovedì 11 marzo 2010

col bilancino


Questa sera davanti ad una pelinkovac mi sono reso conto che sono 4 mesi che sono in Montenegro. Guardando l’elenco dei film visti sono esattamente a 50. 10 i libri letti. Sarebbe quasi ora di fare bilanci. Ma stasera non ne ho decisamente voglia.


Domenica lo sci a Vucje ha portato grandi soddisfazioni all’espatriato balcanico. Dopo un lungo riscaldamento sulla pista baby per scrostare la ruggine e qualche penoso ribaltamento con lo ski-lift, i 5 minuti di ascesa hanno portato i nostri in cima alla temibile pista viola. Qui un vento siberiano e un muro verticale attendevano i tre intrepidi neofiti. Accompagnati da fuck you now e don’t panic, pregando il dio del soccorso alpino, ci siamo gettati come un solo uomo verso l’ignoto. Velocità mai sperimentate, cappottamenti, testamenti biologici ripassati mentalmente, tanta adrenalina.. al termine della discesa grandi risate e pacche sulle spalle. Bambini alti un soldo di cacio frenavano in derapata irridendo la nostra grande impresa ma noi, incuranti, ci beavamo della nuova tacca sui nostri sci.


Mettere piede in un cinema dopo mesi, la sera a Podgorica, ha degnamente concluso una giornata piena di emozioni.

venerdì 5 marzo 2010

le 18, si chiude!

Video esemplificativo di come girano le cose nel Bel Paese. Senza parole.. cliccare QUI

giovedì 4 marzo 2010

preconcetti e manicaretti


In questi in tre giorni sul Gargano, in trasferta per seguire il MOC, un evento internazionale di orienteering, ho visto più sole che nell’ultimo mese in Montenegro. Invitati dal console di San Marino in Montenegro ed alloggiati a San Menaio abbiamo goduto dell’ospitalità, delle attenzioni e dell’istrionica compagnia del proprietario dell’hotel. In nostro onore il cuoco si è lanciato in orecchiette alle cime di rapa, straccetti di carne all’aceto balsamico, fusilli gamberetti e zucchine, filetto di branzino (non tutto nello stesso pranzo, ovviamente) mettendoci all’ingrasso per tre giorni. Tra passeggiate nei boschi, per le vie delle deliziose cittadine di mare o sul lungo mare in cerca di conchiglie mi sono goduto questa piccola parentesi italiana a mio agio tra costumi noti ed intellegibili parlate (oddio, il Peschiciano non è che sia chiarissimo).


Ogni viaggio, anche dietro casa, ci obbliga a mettere in gioco i nostri preconcetti e i nostri schemi mentali. Che dire di un comandante dell’aviazione che apre la sua caserma ad atleti stranieri per ospitare la partenza e l’arrivo di una gara internazionale di orienteering? O di un responsabile FIGC intelligente e disponibile lontano anni luce dallo stereotipo di pallonaro becero e greve?


L’orienteering è davvero uno sport interessante. Oltre ad essere praticato dalla biondissima nazionale finlandese, ha il pregio di invogliare una conoscenza e un rispetto per la natura che pochi altri sport possono offrire.


In foto Minna Kauppi, fortissima atleta finlandese.