lunedì 24 maggio 2010

se impari la strada a memoria..

D: Dobar dan, kako ste? Hoču da idem u Plužinama (Buon giorno, come va? Devo andare a Plužine)
R: Zdravo. Nema put. (Salve. Non c’è la strada)
D: Kako nema put? (come non c’è?)
R: Ništa. Želite kafu? (Non c’è. Volete un caffè?)


E così mi sono trovato invitato da una simpatica bakina (nonna) a chiacchierare con figlio, nuora, figlia e nipotini, Ivana, Nikoleta, Ivan e Costa (4, 3, 2 e 1 anno), cercando di mettere assieme frasi stentate facendo finta di capire. (Il fatto che io sappia esprimere quattro concetti base non fa di me un serbo-parlante ma questo non importa all’allegra famiglia montenegrina, entusiasta dell’ospite, per di più straniero). La kafa è diventata limonata, prosciutto, bresaola (tutto home made, rigorosamente), caffè e biscotti. Il pranzo fuori programma è stato più che benvenuto, data l’ascesa fatta; quando si è arrivati alla birra e alla rakija ho declinato e, girata e la bici, ho ripreso la strada di casa.


Appena varcata la soglia, dopo 50 km e un migliaio di metri di ascesa, ho ricevuto un invito che non si poteva rifiutare. Mangiato al volo, senza farmi la doccia, sono uscito a caccia di serpenti e lucertole con Miles, appassionato erpetologo ed entomologo. Lo score finale parla di uno smooth snake e due grass snake (a detta di Miles) per me e di quattro lucertoloni per Miles (uno s'è prestato per una foto). Nonché uno scorpione e numerosi scarabei, oltre a formiche giganti, centopiedi e ragni vari.


Perdersi in bici ed andar a caccia di rettili. Into the wild!

sabato 15 maggio 2010

inaugurazioni


Ieri inaugurato il nuovo destriero, con un giretto di una quarantina di chilometri. A parte essere partito senz’acqua a pomeriggio inoltrato (due errori da dilettante), avevo commesso la puerile svista di sottovalutare le stradicciole del Montenegro: pendenze assassine, infido ghiaiume e continui saliscendi hanno reso quella che credevo una facile sgambata un lento stillicidio.


Perdersi ha poi dato un tocco di avventura al tutto. Il primo incontro è stato con una vecchina di 120 cm ed altrettanti anni, con più rughe che capelli, che, bussato alla sua porta e verificato che il mio serbo non andava oltre al “qual è la strada per Goransko”, mi ha cacciato in malo modo. Ho riprovato a chiedere indicazioni qualche chilometro più avanti, richiamando l’attenzione di una maglietta rossa intravista nel folto del bosco. Occhei non essere diffidenti ma se dal suddetto bosco salta fuori un boscaiolo di un metro e novanta con un martello in una mano e un’ascia in un’altra, almeno per un istante, il pensiero di essere alla fine della pista credo baleni anche nell’animo più saldo. Dato che sono qui che scrivo è evidente che non solo mi ha indicato la strada ma ha anche evitato di colpirmi con il martello e finirmi con l’ascia e di questo gliene sono grato, sinceramente. Numerose mucche sulla strada, infine, sono state spaventate dal mio incedere ansimante e un vitello ha accennato una velleitaria carica.


Al culmine della salita, a 1.500 mslm, ho potuto ammirare il massiccio del Durmitor stagliarsi in pieno sole con graffi di neve a seguirne la strana conformazione. Poi la tanto agognata discesa con il primo imbrunire a rendere l’aria fresca e i pensieri leggeri.

(in foto: sul Durmitor, con la sorellina, a passeggio)

sabato 8 maggio 2010

Non è la meta ma il viaggio..


Viaggiamo sostenibile. Salerno-Plužine. 2 viaggiatori, 2 zaini, 1 trolley, 1 bici smontata al seguito. 29 ore, 6 cambi, 3 mezzi di trasporto. La malsana idea di comprare la bici a Salerno. Portarla a spalla per 3 km, da casa della nonna alla fermata dell’autobus. Sbagliare fermata e raggiungere di corsa, in preda al panico, quella giusta facendo slalom tra le macchine. In breve il resoconto..


  • Salerno casa-Salerno fermata autobus: a piedi, 50 minuti;
  • Salerno-Taranto: autobus, 6 ore sostando in tutti i paesini, Battipaglia, Eboli, Metaponto.. per tirar su vecchietti sdentati e studenti chiacchierando con una coppia di canadesi in pensione in giro per l’Europa;
  • Taranto-Bari: treno, 1 oretta tranquilli;
  • Bari stazione-Bari porto: a piedi, 30 minuti;
  • Bari-Bar: traghetto, traversata senza grandi problemi, tanta nanna;
  • Bar porto-Bar stazione: in taxi, 5 €, che signori
  • Bar-Podgorica: autobus, 1 oretta, la sorellina fa la prima conoscenza con la musica balcanica;
  • Podgorica-Nikšić: autobus, 1 ora. Pranzo a Nikšić a base di Cevapic (salsicce).
  • Nikšić-Plužine: autobus con alto rischio vomito per la sorellina: mezza porzione di cevapic è bastata per generare nausea e le curve per salire a Plužine non hanno aiutato.


Arrivati a Plužine, desiderosi soltanto di riposo, siamo stati coinvolti in due Slava (cfr. QUI), di cui una a 50 km da Plužine, durante le quali s’è mangiato e bevuto, ininterrottamente, dalle 4 di pomeriggio alle 10 e mezza di sera.. almeno ho imparato a dire “ja sam pun, ne mogu više” (sono pieno, non ne voglio più)!