giovedì 29 luglio 2010

senza un programma dimmi come ci si sente


Un po' che non aggiorno. Sono in fase di planning. Primo risultato raggiunto, pianificazione ferie (o permessi, come si chiamano per il servizio civile):
  • 21 agosto: ritorno a Milano con genitori e sorella, per una settimana di relax a casa, tra amici, parenti e piscina.
  • 28 agosto: partenza per Caprera per il corso di vela con Cello, fino al 4 settembre.
  • 5 settembre: Olbia-Bari-Bar-Pluzine per gli ultimi 15 giorni di servizio civile.
Sono molto soddisfatto, decisamente, e non vedo l'ora!

giovedì 15 luglio 2010

in bici tra i monti


Lunedì-martedì-mercoledì mi sono sparato una tre giorni in mountain bike. Dato che questo fetente blog è il primo risultato di google per la query "bici montenegro" dovrei impegnarmi e metter giù una minuziosa descrizione del viaggio, che possa essere utile al bikenauta, con consigli, altimetrie e quant’altro. Dato che fa un caldo dell'ostia (mare) e non ho voglia manco per niente, metto in fila qualche pensiero sparso (e scarso).


Plužine-Nikšić, primo giorno (55 km, 1000 m di ascesa), partenza intelligente alle 14.30, salita sotto il sole e discesa sotto un diluvio torrenziale. Teresa, di cui ero ospite, m’ha rifocillato con una cena da Gambero Grosso, comprensiva di zuppa di fagioli, pollo, gatò di patate e torta alla frutta.


Nikšić-Šavnik, secondo giorno (50 km, 1200 m di ascesa), poco da raccontare a parte bellissimi paesaggi, la depressione, fisica ed emotiva, di Šavnik, paese in mezzo al niente e con niente da offrire. I 17 € di accomodation (effettivamente comoda), un libro, “le parole non le portano le cicogne”, letto in un pomeriggio.


Šavnik-Plužine, terzo giorno (55 km 1000 m di ascesa), perso ed arso, senz’acqua, in mezzo a montagne desolate, col sole del primo pomeriggio a farmi compagnia e nuvoloni in lontananza. Un paio d’ore di ansia poi la discesa liberatoria fino a casa. Al termine della quale, la discesa, incontro due autostoppisti diretti a Žabljak, un bulgaro e un olandese, e li invito a passare la notte da me. Chiacchiere, birra, racconti di viaggio. L’olandese si fa 2 mesi on the road, il bulgaro 1 anno, direzione est-est, Cina. Robe turche.


Riflessione conclusiva: perdersi è bello, se poi lo puoi raccontare a qualcuno.

domenica 11 luglio 2010

notti di Champions a Podgorica


Mercoledì girandola di emozioni. Dopo l'esame di montenegrino (concluso senza errori e con certificato di livello A2, NdR), tutti allo "Stadion Pod Goricom" per i preliminari di Champions Leugue. In campo la "Società Polisportiva Tre Fiori", campione di San Marino e la "Rudar" di Pljievlja, detentrice del titolo Montenegrino. Dopo aver raggiunto in maniera rocambolesca il pareggio dell'1-1, i dilettanti del Tre Fiori hanno dovuto soccombere alle sassate del Rudar. E' finita 4-1, ma il risultato poteva essere decisamente più inclemente per gli ospiti, sostenuti comunque fino all'ultimo dalla decina di italiani sugli spalti (Teresa, Adamo, Marco, Emanuela ed io più la dirigenza del Tre Fiori). Notti di gran calcio a Podgorica!

ps QUI gli highlights di San Marino TV.. diciamo che dal vivo il Tre Fiori non è sembrato quasi mai "in partita"..

lunedì 5 luglio 2010

un we in bici, parte seconda


Secondo giorno: Žabljak – Nedajno – Plužine

Il sole mi butta già dal letto alle 6.30, mi preparo veloce ed alle 7.30 sono già on the road. La gamba è dura per le ascese del giorno addietro, so che le indicazioni per la via del ritorno non sono molto chiare, ma ho chiesto più volte e, sicuro del fatto mio, vado. E sbaglio strada. Allungando di 5 km (in discesa e poi in salita). Rimessomi sulla retta, per modo di dire, via, inizio l’ascesa verso il Mala Crna Gora, 1.950 mslm. Le mosche si giocano il titolo di fastidio della giornata con le facce divertite degli automobilisti a cui chiedo conferma della direzione. Dopo il Mala Crna Gora inizia uno sterrato in discesa che mi porta su un laghetto meraviglioso, a 1.200 mslm, incastonato nel Canyon Sušica dove mi fermo a mangiare un panino. Spingo la bici per 2 o 3 km su una pietraia impedalabile, risalgo fino a 1.600 mslm ed arrivo a Nedajno. Qui è la fine delle mie fatiche, raggiunta Trsa, dove da lontano un contadino e un barista mi indicano la strada per Plužine, sapendo, non so come, che è li che devo andare.Tutta discesa, o quasi, fino a casa.


Riflessioni, su cose già note.

La fatica della salita, la gioia della discesa. Quanto è noiosa la pianura.

Niente come la bici fa pensare e riflettere. E ne ho proprio bisogno.

Ad andare in bici si ottiene una triste abbronzatura da ciclista.

QUI le specifiche

un we in bici, parte prima


Primo giorno: Plužine – Sedlo – Žabljak

Mi sveglio sabato mattina con la voglia di zingarare e il bisogno di pensare. Impacchetto quindi pochi stracci, li sistemo alla belle meglio sul portapacchi della mia Merida e parto alla volta di Trsa. I noti primi 700 m di dislivello riscaldano la gamba del passista che accarezza l’idea di raggiungere Žabljak. Faccio sosta al baretto di Trsa in compagnia di due copie di veneziani ultrasessantenni che mi offrono un caffè, dopo aver fornito loro le indicazioni su come arrivare al canyon del Tara. Saputo che lavoro nel campo del turismo si raccomandano di segnalare che al porto di Zelenika il molo mal progettato ha rovinato la loro barca e che la cosa è di certo un deterrente per i turisti di tutt’Europa. Me la canto che vorrei andare a Žabljak, si congratulano, a quel punto non posso tirarmi indietro. Salutati, mi inoltro nel parco del Durmitor. Avendo percorso la stessa strada qualche giorno fa in compagnia della Simo (ma in auto) so di che morte morire. Si sale, senza soluzione di continuità. Prima scorgo il meraviglioso Prutaš, poi il maestoso Sedlo. Qui finisce l’agonia, a 1.907 mslm, ed inizia la discesa liberatoria fino a Žabljak. Alloggio al Kamp kod Boće, 6 €, camera tutta per me. Guardo Argentina-Germania in un fumoso locale giù in paese e la sera Paraguay-Spagna in compagnia della Sciura del Kamp che mi prende in simpatia e mi offre rakjia, caffè e frutta e mi racconta della sua vita, tutto in serbo, ça va sans dire. A nanna presto che la mattina dopo c’ho da faticare.