lunedì 28 giugno 2010

climbing


Un sabato da ricordare. La mattina presto passeggiata e giocoleria sulla Gorica di Podgorica (una versione bella della Montagnetta di San Siro). Alle 10.30 partenza per il fiume Morača per la prima uscita di arrampicata su roccia con le acque smeraldo del rio a far da meraviglioso contorno sotto di noi. Dopo un pranzo a base di fichi e biscotti rotta verso il Monastero Morača, uno dei più belli del Montenegro. Una rapida visita a Kolašin, rinomata località sciistica del Montenegro, e poi di corsa di ritorno a Podgorica per una conferenza stampa del nostro Claudio Magris in visita Balcanica. Che dire, ci sono giornate per cui vale davvero la pena di alzarsi dal letto!

giovedì 24 giugno 2010

il cacciatore e la bambina


Ieri ero in giro per sentieri con dei tour operator belgi ed olandesi ed abbiamo incontrato un vecchio cacciatore. Volevo salutarlo apostrofandolo con allegria ma anzichè "Zdravo, stari LOVAC" ossia "salve, vecchio cacciatore" ho detto "Zdravo, stari LONAC" cioè "salve vecchia pentola". Per fortuna ne ho incontrato uno con il senso dell'umorismo e questi s'è fatto una risata, m'ha corretto e se n'è andato per la sua strada, mano per mano con la sua figlioletta.

lunedì 21 giugno 2010

fa caldo, vado al mare in taxi


Il titolo non è una battuta ma è la cartina tornasole di quanto sia dura la vita dell'espatriato in Montenegro. Per andare al mare, dato che in autobus si suda, perché non andare in taxi? 50 km, 25 €, chessaramai. Chi lo sostiene di anni non ne ha 97 anni ma una trentina e non soffre di disfunzioni dell'apparato locomotore (tuttalpiù di quello celebrale).

Credo che per punire tanta protervia da lassù abbiano deciso di scatenare una perturbazione stile Genesi che ha rovinato il primo evento in bicicletta da noi organizzato sabato e fatto saltare la corrente per buona parte della mattinata odierna. Sabato s'è ad ogni modo mangiato e bevuto, fatto 5 "terribili" chilometri di sterrato (che hanno messo a dura prova la tenuta psicofisica dei meno allenati) ed assistito alla preparazione del formaggio sul cui livello di igiene stenderei un velo pietoso e magari assorbente e disinfettante.

Detto ciò vado a casa che voglio finire di vedere l'Armata Brancaleone che, tra sonno e problemi elettrici, me lo sto guardando a tappe. Oh, gioveni! Quando vi dico "sequitemi miei pugnaci", dovete sequire et pugnare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche. Mitico.

martedì 15 giugno 2010

le solite cose


Giovedì ero in giro in bici per controllare alcuni sentieri, tra le campagne tra Crkvičko Polje, Babici e Trsa. Ovviamente mi sono perso. Ho chiesto informazioni ed ovviamente la signora in mezzo ai monti mi ha invitato a prendere un caffè. Memore delle accuse dell’Elena riguardo la mia presunta scrocconeria, ho cercato di declinare riconducendo la mia fretta al sole al tramonto. Ma poiché la sciura non s’è lasciata intenerire, ho capitolato e mi sono fatto rifocillare con le solite messi di libagioni. Più avanti ho chiesto indicazioni a due scugnizzi locali i quali mi hanno scortato per un paio di chilometri con la loro motoretta a due cilindri, contenti di dare una mano allo straniero.

Venerdì concerto di pianoforte e sax a Kotor, organizzato da Teresa, la nostra profesorica di montenegrino. Il giorno dopo, ci siamo spiaggiati in una caletta meravigliosa, con baretto ed acqua cristallina ed annesse nuotate.

Lunedì sera, infine, partita dell’Italia vista a Nikšić, ospiti a casa di Teresa che, oltre a parlare perfettamente l’ostico idioma, non tradisce lo stereotipo della meridionale cuoca provetta. Fino al pareggio era sentire comune che la serata fosse positiva a prescindere dall’eventuale sconfitta dell’Italia. Dopo aver schivato un riccio sulla strada del ritorno tra Nikšić e Plužine, Miles ed io ci siamo fermati per cercare di mettere in salvo l'incauta bestiola. Alzati gli occhi al cielo ci siamo resi conto dello splendore scintillante della volta celeste. Alla prima stella cadente ci siamo rimessi in macchina, verso casa.

lunedì 7 giugno 2010

backgammon


Sabato ho disposto una quindicina di tappi di cocacola nel campo da pallacanestro di Plužine. Inforcati i roller ho iniziato a fare i due o tre trick che ho imparato prima di partire per il Montenegro. I bambini impegnati a giocare a pallone, basket e a tennis in un campo improvvisato, mi hanno osservato con rispetto attendendo una caduta che, ahiloro, non è arrivata. Poi Nikola, il mio primo insegnante di serbo, li con il figlioletto, mi ha sfidato a basket, agli undici. Premesso Nikola è in sovrappeso e fuma come se non ci fosse un domani, la sconfitta 11-6 può rendere l’idea di quanto io sia scarso al gioco della palla dentro il cestino. Il pomeriggio una breve corsetta.

La domenica, partendo ad un orario tutto sommato decente, ci siamo spiaggiati a Petrovac. Una nuotata nell’acqua ancora a temperatura “fiordo norvegese”, una partita “agli undici” o “alla tedesca” scalzi sull’asfalto con pallone di cuoio gonfiato a 4 atmosfere, l’apprendimento dell’arcana arte del Backgammon, un’insolazione che ha reso le spalle e le gambe dei presenti facilmente visibili in notti senza luna, sono il filo conduttore di una giornata di sano sciallo e relax.

mercoledì 2 giugno 2010

un fine settimana in Italia


Venerdì: colazione a Bari con caffè e brioche e visita al castello svevo. Poi in treno fino a Milano, cena con la Simo sotto una tenda berbera coi piedi nella sabbia.

Sabato: colazione con la Marta, una chiacchierata al parco Lambro col Fè, pranzo dai miei, il saggio di danza di mia cugina Bianca, anni 3, bagno turco e poi teatro a vedere "Coppia aperta, quasi spalancata".

Domenica: pranzo dai miei, giro in bici sul naviglio, aperitivo coi cugini, serata con gli amici. Ritorno a Milano di notte, in bici sul naviglio, incontrando lucciole e conigli ed un airone che si alza in volo dinanzi e ricambia il mio sguardo, sorpreso, posandosi a pochi metri da me.

Lunedì di nuovo sul treno per Bari, chiacchierando e chiacchierando con una quarantenne in cassa integrazione che va a Foggia a trovare la famiglia e con un giovane della scuola per sottoufficiali di marina di Taranto.

Un po' di normalità, suvvia, che ogni tanto ci vuole.