mercoledì 13 gennaio 2010

Camminare


Ero certo che in casa a Plužine, dopo 20 giorni di riscaldamento spento, ci fossero 5 gradi (anche se speravo 10). Invece ad attendermi c’era poca neve grazie a due settimane di pioggia ininterrotta (non si devono essere divertiti molto negli ultimi 15 giorni), giornate serene. E così il ritorno alla quotidianità d’oltre Adriatico è stata meno traumatica del previsto. Complice la notoria scarsità di attrattive culturali ho passato due giorni a lavorare, leggere, guardar film e dormire, ricaricandomi dallo stress delle vacanze. Davvero qui si vive ad un’altra velocità. O forse sono io che, lontano da Milano, innesto la seconda e tiro pure il freno a mano.


Ho appena finito di leggere “Il sergente nella neve di Rigoni-Stern”, consigliatomi anni fa da un caro amico. A parte la bellezza del libro, mi ha fatto riflettere sulla mia concezione di freddo e fatica. Marciare con -30°, nella tormenta con una coperta addosso, scarpe sfondate tenute su col fil di ferro, poco o niente da mangiare, zaino da alpino sulle spalle, sperando il prossimo villaggio davvero ci sia. "Cammina, cammina, ogni passo che facciamo è uno di meno che dovremo fare per arrivare a baita".


Infine una bella frase di Eduardo Galeano, a proposito del camminare:


“L'utopia è come l'orizzonte.

Mi avvicino di due passi, e si allontana di due passi.

Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là.

Per quanto io cammini, non lo raggiungerò mai.

A cosa serve allora l'utopia?

Serve proprio a questo: a camminare”


In foto il mare a Salerno, il 3 di gennaio. Non c'entra nulla ma pure il post non è che abbia molto senso.

1 commento:

  1. Itaca (K Kavafis)

    Quando ti metterai in viaggio per Itaca
    devi augurarti che la strada sia lunga,
    fertile in avventure e in esperienze.
    I Lestrigoni e i Ciclopi
    o la furia di Nettuno non temere,
    non sara` questo il genere di incontri
    se il pensiero resta alto e un sentimento
    fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
    In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
    ne' nell'irato Nettuno incapperai
    se non li porti dentro
    se l'anima non te li mette contro.

    Devi augurarti che la strada sia lunga.
    Che i mattini d'estate siano tanti
    quando nei porti - finalmente e con che gioia -
    toccherai terra tu per la prima volta:
    negli empori fenici indugia e acquista
    madreperle coralli ebano e ambre
    tutta merce fina, anche profumi
    penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
    va in molte citta` egizie
    impara una quantita` di cose dai dotti.

    Sempre devi avere in mente Itaca -
    raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
    metta piede sull'isola, tu, ricco
    dei tesori accumulati per strada
    senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio,
    senza di lei mai ti saresti messo
    sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

    E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra` deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
    gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
    Ruggero

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