giovedì 14 gennaio 2010

Sapore vero

Per il calendario ortodosso ieri era l’ultimo dell’anno. Zvono era chiuso per penuria di clienti. Al Sočica si dava invece una festa privata che purtroppo non ci vedeva tra gli invitati. Così abbiamo ripiegato sul Pivko, ristorante sulla strada Podgorica – Sarajevo. Unici clienti Miles, l’abate, il capo della polizia ed io. Carne grigliata per loro e pesce per me, per stare leggero. Demolite con calma le due trote con patate, sullo strato d’olio, che sempre accompagna abbondante ogni prelibatezza locale, occhieggiava una blatta arrostita, di quelle color senape e antenne lunghe e sottili. La convinzione che si trovasse all’interno del pesce, come preda (cosa che, chissà perché, mi avrebbe infastidito meno), è svanita quando ho visto, alle spalle dell’abate, una sua amica ancora cruda zampettare allegramente sulla parete. Abbiamo quindi appurato con l’imbarazzata cameriera che non ci fosse un extra costo per la bubarusa (scarrafone, in serbo) e domandato il conto. Nessuno per precauzione ha chiesto caffè, dolce o amari e the sceriff, come lo chiama l’abate, ha deciso che si pagava alla montenegrina, ossia ha offerto lui. Ritorno sulla Lada della polizia locale, costantemente in terza sopra i 70, tagliando curve che manco Raikkonen e laku noć a tutti, con il sottofondo di qualche botto sparato dai giovani del paese.


Come direbbe mio papà: cosa c’è di peggio del trovare una blatta nel piatto? Trovarcene mezza.

2 commenti:

  1. non avete colto lo spirito...in india le blatte le fanno fritte e pare siano una prelibatezza!!
    Simo

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  2. bleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
    capodanno un pò smorto! non abbastanza!
    lisa.

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