venerdì 18 dicembre 2009

a cena dall'abate

Nikifor, abate del Monastero di Piva, è un serbo di Novi Pazar di circa un centinaio di kg distribuiti su poco meno di 2 metri di altezza. Barba e capelli rossi, una volta a settimana ci tiene compagnia con i suoi racconti e la sua risata contagiosa. La perpetua, the Cooklady, sapientemente gestisce la grande profusione di messi che, un po’ dai terreni del monastero, un po’ dalle donazioni dei devoti, transitano per grande casa dell’abate.

Dato che ultimamente una gospoða (ossia una sciura) con, immagino, qualche peccato di gioventù da farsi perdonare, ha fatto generoso dono di settanta (70) kg di pesce, siamo stati inviata a cena. Peperoni imbottiti con riso e pesce, pesce in padella con verdure, pane fatto in casa (mitica Cooklady), birra e rakjia domača. Oltre all’abate, Miles ed io, erano seduti al desco tre seminaristi direttamente dalla scuola di teologia di Cetinje e il prete di Plužine, the Singingpriest. Quest’ultimo, per tenere fede al soprannome e su nostra grande richiesta ci ha deliziato intonando possenti canti bizantini, con una voce baritonale da far tremare tavolo e bicchieri. È poi iniziata la discussione “esistenza di dio”, ma, giuro, è stato il Singingpriest a provocare.

Sulla strada del ritorno, Miles ed io concordavamo che davvero ci sono poche cose sadicamente divertenti, almeno su a Plužine, si intende, come ribattere ai tentativi di un prete ortodosso di articolare un discorso logico a dimostrazione dell’esistenza di dio, con tre seminaristi diciassettenni come pubblico, tra l’interdetto e il divertito.


Nella foto il monastero, coperto dalla neve.

5 commenti:

  1. "parlava di dio e Schopenhauer"..fratello anche se fosse vero sarebbe difficile darci a bere che tra i due sia stato lui a provocare.
    bacino,
    lisa

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  2. Caro rrrobbi, vorrei che tu rimanessi a lungo in Montenegro!Non è che non ti voglio più bene (figurati!) ma mi diverto troppo a leggere le tue avventure!
    Un bacio grande da mamma Pini

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  3. La prima cosa che ho notato leggendoti è che... la cucina turca ha influenzato anche il Montenegro. Il che mi sembra cosa buona e giusta, se non l'hanno imbarbarita troppo. La conferma ce l'ho anche dal fatto che il raki si chiama rakjia domača.
    La seconda cosa è che... rivendico il diritto, almeno teorico, di tutte le gospode di continuare a peccare, pur superata la gioventù. E la cosa dovrebbe far piacere anche all'abate, altrimenti le sue scorte correrebbero il rischio di esaurirsi.
    Ciao, Robbie... è davvero piacevole leggerti e penso proprio che continuerò a farlo.
    Clelia

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  4. ah ah, bella bob!
    però potevi fare anche una foto all'abate, alla perpetua e all'allegra banda del monastero!
    come va con la lingua locale? vedo che inizi a usare un po' di parole in lingua originale.
    come va con le tutine?
    baci!
    ele

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  5. ciao mamma pini, ciao clelia, siete troppo tecnologiche! mi riprometto, come da tradizione, di passare a fare gli auguri! un abbraccio, a presto!
    roby

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