Secondo giorno: Žabljak – Nedajno – Plužine
Il sole mi butta già dal letto alle 6.30, mi preparo veloce ed alle 7.30 sono già on the road. La gamba è dura per le ascese del giorno addietro, so che le indicazioni per la via del ritorno non sono molto chiare, ma ho chiesto più volte e, sicuro del fatto mio, vado. E sbaglio strada. Allungando di 5 km (in discesa e poi in salita). Rimessomi sulla retta, per modo di dire, via, inizio l’ascesa verso il Mala Crna Gora, 1.950 mslm. Le mosche si giocano il titolo di fastidio della giornata con le facce divertite degli automobilisti a cui chiedo conferma della direzione. Dopo il Mala Crna Gora inizia uno sterrato in discesa che mi porta su un laghetto meraviglioso, a 1.200 mslm, incastonato nel Canyon Sušica dove mi fermo a mangiare un panino. Spingo la bici per 2 o 3 km su una pietraia impedalabile, risalgo fino a 1.600 mslm ed arrivo a Nedajno. Qui è la fine delle mie fatiche, raggiunta Trsa, dove da lontano un contadino e un barista mi indicano la strada per Plužine, sapendo, non so come, che è li che devo andare.Tutta discesa, o quasi, fino a casa.
Riflessioni, su cose già note.
La fatica della salita, la gioia della discesa. Quanto è noiosa la pianura.
Niente come la bici fa pensare e riflettere. E ne ho proprio bisogno.
Ad andare in bici si ottiene una triste abbronzatura da ciclista.
QUI le specifiche
e che tipo di abbronzatura volevi?
RispondiEliminache figata questo giro, e che fatica! ma come va con la lingua serba?
RispondiEliminaele