Primo giorno: Plužine – Sedlo – Žabljak
Mi sveglio sabato mattina con la voglia di zingarare e il bisogno di pensare. Impacchetto quindi pochi stracci, li sistemo alla belle meglio sul portapacchi della mia Merida e parto alla volta di Trsa. I noti primi 700 m di dislivello riscaldano la gamba del passista che accarezza l’idea di raggiungere Žabljak. Faccio sosta al baretto di Trsa in compagnia di due copie di veneziani ultrasessantenni che mi offrono un caffè, dopo aver fornito loro le indicazioni su come arrivare al canyon del Tara. Saputo che lavoro nel campo del turismo si raccomandano di segnalare che al porto di Zelenika il molo mal progettato ha rovinato la loro barca e che la cosa è di certo un deterrente per i turisti di tutt’Europa. Me la canto che vorrei andare a Žabljak, si congratulano, a quel punto non posso tirarmi indietro. Salutati, mi inoltro nel parco del Durmitor. Avendo percorso la stessa strada qualche giorno fa in compagnia della Simo (ma in auto) so di che morte morire. Si sale, senza soluzione di continuità. Prima scorgo il meraviglioso Prutaš, poi il maestoso Sedlo. Qui finisce l’agonia, a 1.907 mslm, ed inizia la discesa liberatoria fino a Žabljak. Alloggio al Kamp kod Boće, 6 €, camera tutta per me. Guardo Argentina-Germania in un fumoso locale giù in paese e la sera Paraguay-Spagna in compagnia della Sciura del Kamp che mi prende in simpatia e mi offre rakjia, caffè e frutta e mi racconta della sua vita, tutto in serbo, ça va sans dire. A nanna presto che la mattina dopo c’ho da faticare.
Nessun commento:
Posta un commento